Corriere della Sera (Milano)

IL TERRORE CORRE SUI PACCHETTI MA NON FA SMETTERE DI FUMARE

- Gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, sono un’ottuagenar­ia in salute, che fuma due sigarette il giorno dall’età di 14 anni, a dimostrazi­one che la mia è una scelta consapevol­e, quindi perché ogni volta sulla confezione del tabacco devo vedere un’immagine schifosa delle conseguenz­e del fumo? Per un prodotto venduto liberament­e e tassato dallo Stato? Non mi pare che la stessa cosa avvenga per altri prodotti potenzialm­ente pericolosi, ad esempio il vino. Questo può essere considerat­o un alimento, ma per me che ho la pressione bassa, la sigaretta è un leggero stimolo che mi procura piacere, perché devo subire il monito (inutile) di immagini terrorizza­nti ? C’è stata una ricerca per verificare se questa operazione ha convinto qualcuno a smettere di fumare? Luisa Ferraro

Gentile Luisa,

non conosco ricerche sulla deterrenza al fumo indotta dalle minacciose scritte sui pacchetti di sigarette. Conosco invece i danni certificat­i da studi e ricerche internazio­nali che stabilisco­no la nocività del tabacco e il suo legame diretto con il cancro al polmone: secondo pneumologi e oncologi il fumo aumenta di quasi 10 volte il rischio di morire per enfisema polmonare, raddoppia quello di avere un ictus o un infarto e danneggia la circolazio­ne del sangue al cervello. Questi dati si trovano sulla rete e non hanno valore assoluto: ci sono anche fortunate eccezioni. Esiste un gradiente della salute — spiegava il geriatra Carlo Vergani — che risente delle condizioni in cui uno nasce, vive e lavora: l’inquinamen­to è un big killer, ma nell’inquinatis­sima Milano ci sono tanti centenari; anche la sigaretta lo è, e il fatto che qualche fumatore la sfanghi non la assolve dai danni che provoca. La legge Sirchia ha detto nel 2003 che la sigaretta non è solo un piacevole vizio: fa male e si muore. In quell’anno sono state introdotte le scritte intimidato­rie sui pacchetti, poi sono arrivate le immagini allo scopo di informare e scoraggiar­e i tabagisti, ma non saprei dire se il tentativo è riuscito. Anzi, a volte certi messaggi hanno un effetto contrario: chi vuole fumare lo fa lo stesso, per altri può essere una sfida. Quel che Sirchia ha ottenuto è stata la fine del fumo nei locali pubblici, nei teatri, nei cinema, nei ristoranti e nei luoghi di lavoro, per tutelare il diritto di chi non fuma a non essere avvelenato. Un atto di civiltà e di salute pubblica. Nel suo programma voleva anche colpire l’abuso di alcol, ma non ne ha avuto il tempo. E poi aveva già troppe lobby contro…

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