«Dalla penna di Ettore Mo ai panini di Alda Merini» Quarant’anni di Ted One
L’amarcord di cronisti, artisti e letterati al bancone di Brera
Le icone del cinema Salvatores e Abatantuono discutevano dei loro film Il ricordo di Wim Wenders e Mel Brooks
Una sequela di personaggi, soprattutto del mondo del giornalismo e dello spettacolo e un arredo anni 80 ormai vintage. Quattro decenni visti dal bancone; punto di osservazione: via Solferino angolo via Moscova. L’insegna è quella del Ted One café, cognome dei proprietari Pasquale e Anna, approdati a Milano oltre 40 anni fa.
Indro Montanelli, l’inviato di guerra Ettore Mo, Enzo Biagi
e molte altre firme del Corriere (ma non solo) si sono dati appuntamento qui. Ricca anche la lista degli attori perché la zona per molti anni è stata sede di case cinematografiche di distribuzione o di doppiaggio: Ferruccio Amendola (quando chiese il caffè gli avventori si voltarono all’unisono perché era l’inconfondibile voce di Robert De Niro), Edwige Fenech e Ornella Muti e, fra i volti legati a Milano,
Gioele Dix, Ornella Vanoni e Roberto Vecchioni. Altri habitué Giovanni Allevi e Stefano Accorsi. I disegni alle pareti sono regali dei vignettisti Luciano Francesconi, Ugo Guarino e Fabio Sironi. Sironi, da un incontro davanti a un aperitivo, crea l’idea per la graphic novel «The man who walked under the bombs» («L’uomo che camminava sotto le bombe») dedicata proprio a Mo. Per la letteratura, Alda Merini che oltre allo scrivere versi ai piccoli tavoli vicino alla vetrina prediligeva i sandwich, specialità della casa. «Qui nel passato c’era la pasticceria Frontini — dice Pasquale Tedone — poi si sono succeduti diversi bar fino al nostro: abbiamo ristrutturato nel 1987; da allora tutto è rimasto uguale e i clienti si sono affezionati all’arredo e tutto sommato anche a noi», conclude con un sorriso. «C’è anche un film che ha un legame con il bar — continua la sorella Anna — ed è Puerto Escondido di Gabriele Salvatores. Sa quante volte si sono ritrovati qui per discuterne, con Diego Abatantuono e gli altri attori del cast?».
Di nuovo il cinema: arriva una mattina la sagoma imponente di Wim Wenders per bere «il vero espresso italiano» e invece Mel Brooks (per un certo periodo spesso a Milano) fa irruzione nel bar ed esclama istrionico «Panino, I want a panino!», infilandosi dietro al bancone. In un quartiere dove molto è cambiato, il Ted One resta un riferimento anche della memoria quotidiana, dove personaggi noti si sono mischiati per una vita ai normali avventori.