Corriere della Sera (Milano)

Partorito in bagno al supermerca­to e lasciato due volte sul pianerotto­lo

Indagata madre 17enne. Bimbo in adozione

- Cesare Giuzzi

È una storia mista di disagio economico e sociale. Una vicenda che ora si chiude da un lato con la denuncia in procura per due donne, la madre naturale e una amica che la avrebbe aiutata a partorire nel bagno di un supermerca­to, e dall’altra con l’affido del piccolo a una nuova famiglia in vista dell’adozione.

È stata individuat­a la mamma del neonato abbandonat­o più di un mese fa in una palazzina Aler di via degli Apuli, al Giambellin­o. Si tratta di una ragazza di 17 anni di origini egiziane. E connaziona­le è anche l’amica, poco più che maggiorenn­e, segnalata ai magistrati per abbandono di minore. La giovane aveva nascosto la gravidanza ai genitori e ai familiari per paura. Il suo ex fidanzato, infatti, appena saputo della gravidanza l’aveva abbandonat­a ed era subito tornato in Egitto. Così lei è rimasta sola, con la paura di comunicare tutto ai genitori e il drammatico pensiero di partorire in autonomia, aiutata solo dall’amica, senza rivolgersi neppure al servizio sanitario. Tutto con la convinzion­e che, una volta lasciato il bambino alla famiglia che vive in via degli Apuli, avrebbe poi potuto tornare a prendersi cura del piccolo una volta risolta la situazione. Tenendo fede, almeno in parte, a quanto scritto nel foglio lasciato accanto al neonato in cui — falsamente — diceva di essere il padre, che la madre era morta di parto, ma di voler tornare «un giorno, una volta risolti i problemi» ad occuparsi del piccolo.

Questa storia inizia nel pomeriggio di giovedì 1 febbraio. Era stato un inquilino, Gamal Ghobrial, 53enne egiziano, a dare l’allarme intorno alle 16.20 al numero di emergenza 112: «Venite, ho trovato un bambino fuori dalla porta di casa». Il piccolo era stato abbandonat­o pochi minuti prima sullo zerbino al piano rialzato della scala H di via degli Apuli 4. Il piccolo era subito apparso curato, in buona salute, ed era stato portato d’urgenza alla clinica De Marchi. Anche le prime visite dei medici avevano confermato che non soffriva di nulla e fino a quel momento era stato nutrito e accudito con cura.

Secondo quanto ricostruit­o dai carabinier­i della compagnia Porta Magenta, guidati dal capitano Nicola de Maio, e dai colleghi della stazione San Cristoforo, la madre ha abbandonat­o il piccolo nella speranza che venisse ritrovato proprio dalla famiglia egiziana. Anzi, già subito dopo il parto c’era stato un primo tentativo di lasciarlo, sempre con lo scopo di farlo accudire da quella famiglia, ma il piccolo era stato trovato da un’altra donna, una vicina di casa, che per quattro giorni lo aveva accudito come se fosse un figlio. La donna, romena, non poteva avere figli e quindi voleva adottarlo. Poi la madre, accompagna­ta dall’amica, quando aveva capito che era stata quella donna a ritrovarlo si era presentata alla sua porta per riprendere il bambino. Tutto questo avveniva proprio giovedì 1 febbraio e subito dopo aver ripreso il piccolo, lo aveva lasciato davanti all’uscio di casa della famiglia egiziana. In quell’occasione aveva anche lasciato insieme al neonato il foglietto scritto in arabo al computer in cui si diceva che la madre era morta e che il padre non poteva prendersen­e cura. Quando Gamal Ghobrial lo aveva ritrovato però aveva subito dato l’allarme al 112 temendo che il piccolo fosse in pericolo.

Gli inquirenti, anche grazie

alle telecamere, hanno scoperto che la ragazza aveva nascosto la gravidanza ai familiari, temendone il giudizio. Aveva iniziato a vestire con abiti molto larghi per nascondere il pancione, poi aveva deciso di farsi aiutare dall’amica per il parto. Per fortuna non c’erano state conseguenz­e, né per lei né per il piccolo. Dopo il parto le due donne avevano subito ripulito tutto e nessuno dei dipendenti si era accorto di nulla. Secondo le indagini l’abbandono non era mirato a disfarsi del bambino, ma a garantirgl­i un futuro stabile e migliore.

Così è stato. Al momento del ritrovamen­to il piccolo aveva solo cinque giorni di vita. Dopo le prime visite è stato subito dopo dato in affidament­o preadottiv­o su disposizio­ne del Tribunale per i minorenni. Il suo futuro sarà quello di un affido definitivo e di una nuova identità. La madre ora è seguita dagli assistenti sociali.

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Il cortile del palazzo del Giambellin­o dove l’inquilino egiziano 53enne Ghamal Ghobrial aveva trovato il bimbo, nato già da quattro giorni
L’1 febbraio Il cortile del palazzo del Giambellin­o dove l’inquilino egiziano 53enne Ghamal Ghobrial aveva trovato il bimbo, nato già da quattro giorni

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