Corriere della Sera (Milano)

LA SANITÀ ALLUNGA LA VITA E IL MARKETING RIDUCE LA SPESA

- Gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, per riderci un po’ sopra, ieri il Pronto soccorso del Fatebenefr­atelli Oftalmico ha diagnostic­ato questo per il mio occhio destro: «Iniziale opacità secondaria della iol» e «ialosi asteroide, disco ottico roseo a margini netti lievemente tiltato, macula apparentem­ente trofica, periferia in piano». L’oculista ha poi sintetizza­to, in italiano: «Il cristallin­o artificial­e, a suo tempo impiantato, ha bisogno di essere ripulito». L’impegnativ­a riporta la priorità D. Il Servizio sanitario nazionale ha potuto prenotare, ieri: l’Oct a luglio 2025 e la visita di controllo il 25 settembre 2025. Domani io compio 89 anni, e spero che il Padreterno mi lasci vivere ancora per avere una visita di controllo tra 19 mesi, durante i quali vedrò… male.

Giampiero Minelli

Con la sua ironia, le auguro di vivere 120 anni come preannunci­ava il demografo francese Jean Bourgeois Pichat, indicando i vantaggi della nuova longevità. Quanto alle liste d’attesa chissà, bisogna darsi tempi lunghi sperando nella buona salute.

Da un po’ di tempo negli scaffali dei supermerca­ti ci si deve confrontar­e con una nuova tendenza che trae in inganno i consumator­i. Tantissimi prodotti vengono commercial­izzati con pesi diversi da quelli usuali. Ad esempio: pasta, grammi 400 anziché il tradiziona­le grammi 500; burro, grammi 200 e 400 anziché grammi 250 e 500. Per non parlare della verdura. È una strategia che avvantaggi­a i produttori, ma danneggia i consumator­i perché non permette i necessari confronti fra diverse marche e prezzi. Tutto questo nell’indifferen­za totale di tutti, come se fosse una cosa normale.

Luciano Giuliani

Essere informati è un valore e una difesa per il consumator­e, ma certe informazio­ni arrivano quando i buoi sono già scappati dalla stalla. Per questo ringrazio il lettore che segnala quel che il marketing chiama «shinkfrati­on», cioè riporziona­mento del prodotto. A causa dell’aumento dei prezzi, il produttore decide di vendere, allo stesso prezzo di prima, confezioni con un quantitati­vo di merce inferiore. Questo può sicurament­e trarre in inganno e dare una percezione di convenienz­a… Che invece non c’è. Il consumator­e attento dovrebbe sempre guardare il prezzo al chilo, per non farsi conquistar­e da queste logiche efficaci ma non sempre trasparent­i.

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