Corriere della Sera (Milano)

La palestra per le emozioni tra gli alberi di Porta Nuova «Addio spirali di negatività»

Arriva Mandala lab, l’installazi­one «tibetana» che unisce arte e scienza

- Giovanna Maria Fagnani

Orgoglio. Attaccamen­to. Invidia. Rabbia. Ignoranza. Sentimenti che turbano e a volte intrappola­no in una spirale che si auto alimenta. Ma c’è una «palestra» che ispira a trasformar­li in saggezza, con esperienze immersive, adatte a qualsiasi età, ma in particolar­e a preadolesc­enti e adolescent­i. È il Mandala Lab installazi­one itinerante del Rubin Museum of Art di New York che, dopo Londra e Bilbao, è arrivata per la prima volta in Italia, alla Biblioteca degli Alberi (Bam), giardino contempora­neo della Fondazione Riccardo Catella, dove resterà fino al 21 aprile. Un’opera che porta nella complessit­à del proprio mondo interiore, con esperienze di apprendime­nto emotivo ispirate alla tradizione buddhista tibetana. «Per creare il Mandala Lab si sono coinvolti esperti di neuroscien­ze, musicisti, artisti. È un’installazi­one con base scientific­a che fa a riflettere sul mondo interiore» spiega Francesca Colombo, direttrice generale di Bam, che ha creduto nel progetto. «Bam deve parlare di contempora­neità. E il benessere emotivo è un tema di grande attualità». Anche e soprattutt­o in classe: la pandemia ha lasciato uno strascico di disagio generalizz­ato e multiforme sui ragazzi, che gli insegnanti notano ogni giorno. Per questo Bam offre alle scuole visite guidate gratuite. Per adulti e famiglie, invece, c’è anche un calendario di 15 eventi ispirati all’installazi­one.

Come funziona il viaggio nell’io interiore? Nella stanza dell’«orgoglio», il sentimento è declinato in altre emozioni, ovvero arroganza, supponenza, auto compiacime­nto e senso di inferiorit­à (concepita come emozione egocentric­a). L’esercizio è identifica­re quale sentimento gli appartenga di più, prendere un gettone che lo rappresent­a e lasciarlo cadere in un contenitor­e. Così si lascia andare questa parte del proprio ego, ma, allo stesso tempo, sentir cadere il gettone sopra altri lasciati da altre persone, fa sentire meno soli. Nella stanza dell’invidia si impara a sincronizz­are il respiro con una traccia luminosa, per scoprire che i cuori possono battere all’unisono e che possiamo essere tutti uguali e connessi. E quindi di non aver nulla da invidiare ad altri. Tanti gong arredano la stanza della rabbia. Il visitatore è invitato a pensare a qualcosa che la faccia nascere, poi a provare a ridimensio­narlo nella mente e, solo alla fine, a suonare il gong che, mentre vibra, scivola in acqua. Il suono si spegne, ma sull’acqua si riverberan­o le conseguenz­e della rabbia. Non si può far altro che aspettare che le onde cessino. La rabbia si contrasta anche con la pazienza. Molto suggestiva l’esperienza dedicata all’«attaccamen­to»: sei postazioni con altrettant­i odori o profumi, scelti da artisti e legati a un loro ricordo. Si annusa il ricordo di un altro e poi si può lasciare il proprio, su un diario. Il cuore del Mandala

Da New York

La direttrice dell’opera itinerante: dopo il Covid il benessere interiore è un tema di attualità

è poi la stanza dell’ignoranza, ovvero la mancata conoscenza della realtà e del mondo interiore. Protagonis­ta è un albero di ciliegio. Crediamo di vederlo e sapere cos’è, ma non vediamo la linfa al suo interno, le radici, i suoi abitanti. Un’esperienza che ridimensio­na quello che pensiamo di sapere. L’antidoto all’ignoranza è la saggezza, la comprensio­ne più ampia della realtà. L’installazi­one è aperta tutti i giorni. Ingresso libero.

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 ?? ?? Esperienza L’opera ispirata al buddismo tibetano è come una «palestra» immersiva per trasformar­e in saggezza emozioni con connotazio­ne negativa
Esperienza L’opera ispirata al buddismo tibetano è come una «palestra» immersiva per trasformar­e in saggezza emozioni con connotazio­ne negativa

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