Maestri da tutt’Italia e ragazzi in pista Il «revival» delle mitiche sale da ballo
Professionisti e dilettanti insieme a danzare. Dagli allenamenti al sogno delle esibizioni in Usa
Ai milanesi piace stare in ballo. Qui il movimento è qualcosa che ti porti dentro. E allora anche danzare non è più solo uno svago per accompagnare la musica di un’orchestra. La tendenza è consolidata da anni. Sono centinaia le scuole di ballo in città. Di tutti i tipi e per ogni ritmo. E cambia il target. Una volta vedeva in pista coppie non più di primo pelo. Che voleva prolungare nella stagione fredda l’esperienza estiva nelle balere all’aperto. Roba che i ragazzi snobbavano con un malcelato fastidio. Gli bastavano le discoteche dove non è richiesta la maestria di un Roberto Bolle.
I tempi cambiano. Come l’età media di chi decide di imparare i passi giusti. Sempre più bassa. Le sale di ballo sono diventate intergenerazionali. Conta anche la moda indotta da trasmissioni televisive tipo «Ballando con le stelle». E proprio il format del varietà della Rai sta aprendo nuovi orizzonti alla classica proposta che offrono le scuole: non più coppie che si conoscono ma la possibilità di ballare sempre con un maestro. Una moda arrivata dagli Stati Uniti. Le chiamano ProAm, che tradotto vuol dire un professionista che balla con un principiante. Che poi non è proprio così. Nel senso che il «dilettante», a volte, non è alle prime armi. Ma talvolta non ha un partner oppure ce l’ha ma non condivide la stessa passione. Trovare qualcuno disposto a ballare solo con te, e per giunta bravissimo, è una soluzione geniale.
Anche con questa tendenza Milano si è rivelata all’avanguardia. Qui hanno trovato terreno propizio maestri di ballo arrivati dal resto d’Italia per lanciare le sale Pro-Am. La storia di Giuseppe Sanfilippo è emblematica. «La passione per il ballo è nata da bambino. Quando avevo 5 anni prendevo già lezioni. Ho imparato così bene da diventare campione italiano. Poi il grande salto: dalla Sicilia a Milano per aprire una sala tutta mia. Nello spirito della Pro-Am».
Giuseppe ha lottato per trovare i locali, farsi un nome, attirare i primi allievi. Una parabola che ricorda gli imprenditori del boom economico. Che buttavano il cuore oltre l’ostacolo, senza avere subito le risorse per dare corpo al sogno. La sua scuola contempla anche la possibilità di portare gli allievi a misurarsi all’estero. Con gare internazionali tra coppie miste maestro-allievo. Prossima tappa la California. La scuola, inoltre, sta per aprire corsi per i diversamente abili. E così la danza da momento, quasi esclusivo, di svago, riscopre anche una finalità sociale nel nome di un’inclusività negata anche solo pochi anni orsono.
La sala da ballo rimane anche luogo d’incontro che è riuscita a sgretolare la patina di antico che l’aveva accompagnata per tanti anni. Milano non aveva una grande tradizione in questo campo. Tra la scuola della Scala e le balere faticava a trovare una via di mezzo appetibile. Adesso il vento è cambiato.