Gra al buio, tragedia e polemiche
Carambola con un morto e tre feriti gravi all’alba. «Lampioni spenti per i furti di rame»
Un ragazzo morto, altri tre gravissimi. Una carambola fra otto veicoli all’alba di ieri sul Raccordo provocata, secondo la Polstrada, dall’eccessiva velocità ma anche «dai lampioni fuori uso per i furti di rame». Quasi tutto il Gra è infatti al buio per questo motivo. E per questo è ancora in cima alla classifica delle strade più pericolose, con Aurelia e Colombo.
Sull’asfalto sono rimaste tantissime tracce di frenata. E sono molti anche i segni dell’impatto delle auto contro le barriere di cemento. Per ore, dall’alba fino alla tarda mattinata di ieri, gli agenti della polizia stradale hanno lavorato sulla carreggiata esterna del Raccordo anulare per ricostruire la dinamica della carambola fra le uscite Laurentina e Ardeatina costata la vita a un ragazzo di 28 anni, Gianluca Armagno, di Cinecittà. Un suo amico, di un anno più grande, lotta contro la morte nel reparto Rianimazione del Sant’Eugenio e nelle stesse condizioni si trovano altri due trentenni, al Policlinico di Tor Vergata e al San Giovanni.
Sono tutti finiti contro un muro di auto accartocciate che si sono tamponate per evitare un altro veicolo finito, pochi istanti prima, contro la barriera di destra. Un incidente autonomo che ne ha innescato un altro devastante, provocato dall’eccessiva velocità e forse anche dal fatto che lì, come in altri punti, il Raccordo è al buio. I lampioni sono spenti, «per i frequenti furti di rame: l’Anas sta facendo un appalto per risolvere il problema, intanto ci sono le riparazioni ma dopo un po’ tutto torna come prima», spiegano proprio gli investigatori della Stradale.
E così, una dopo l’altra, sulla prima vettura sono piombate una Daewoo Tacuma, un Ducato, una Volkswagen Polo, una Cinquecento, una Peugeot 107, una Mercedes, una Renault Scenic e una Chevrolet Orlando. Erano le 5.30 quando i mezzi di soccorso hanno fatto ingresso sul Raccordo. Per Armagno, organizzatore di feste in un locale a Grottaferrata, non c’era più niente da fare. Vigili del fuoco e medici del 118 hanno cercato di rianimarlo nel monovolume - la Tacuma - dove era rimasto incastrato ma l’intervento è stato purtroppo inutile.
Ieri la pagina Facebook del ragazzo è stata tappezzata di ricordi e messaggi d’affetto dei suoi amici. Non sarà facile per la Polstrada, diretta da Cinzia Ricciardi, ricostruire la dinamica dell’incidente, uno dei peggiori sul Raccordo, tanto da indurre in errore l’Anas che ha comunicato, e poi smentito, che i morti erano tre. Per fortuna il bilancio è stato ridimensionato, ma i feriti gravissimi e i cinque-sei contusi fanno comunque capire che nottata sia stata. Al punto che gli investigatori hanno fatto ricorso al «top crash» - un apparecchio che col gps triangola le tracce sull’asfalto con la posizione dei veicoli coinvolti in un incidente - per capire cosa sia accaduto su quel rettilineo dove le auto sfrecciano a più di 130 chilometri orari. Il Raccordo è stato poi riaperto al traffico alle 11.