Colombo, Aurelia, Pontina e Laurentina Strade killer, fra salti di corsia e distrazioni
Centoquaranta morti in dodici mesi per la polizia municipale. Un’altra trentina per la Polstrada. Poi ci sono le vittime di incidenti avvenuti nell’hinterland e sul litorale, spesso rilevati dai carabinieri o dai vigili urbani di altri comuni. Senza contare le persone ricoverate in ospedale in prognosi riservate e decedute dopo settimane o mesi di degenza. L’elenco è lunghissimo e supera i 300 decessi. Fra il 2014 e il 2015 le strade della Capitale e della provincia si sono confermate fra le più pericolose d’Italia. E d’Europa. Il Raccordo anulare è l’arteria che si macchia di sangue con maggiore frequenza: auto, moto, mezzi pesanti. Non c’è differenza.
«Solo quest’anno gli incidenti mortali rilevati dai nostri uffici sono stati già 9 - spiega Cinzia Ricciardi, dirigente del Compartimento della Polstrada di Roma -. Purtroppo non si riesce a migliorare il risultato rispetto agli anni passati. Bisogna tener presente però che sul Gra ci sono 190 mila transiti giornalieri, ci sono tante uscite e tante immissioni di veicoli e che si tratta pur sempre di una strada dove si mischiano traffico cittadino e dei mezzi pesanti. Ma un ruolo importante, se non fondamentale, lo recita il rispetto dei limiti di velocità: non vanno superati e alla guida si deve mantenere la massima attenzione».
Raccomandazioni che valgono per il Raccordo (a parte l’emergenza lampioni, con l’illuminazione assente per i furti di rame, tanto che a far luce sull’incidente di sabato notte ci hanno pensato le cellule fotoelettriche dei vigili del fuoco) ma anche per la Pontina e l’Aurelia - consolari killer con numerose vittime ogni anno, anche se l’arteria che porta ad Anzio è stata resa più sicura con rotatorie e barriere centrali -, la Laurentina nel primo tratto in uscita da Roma (con gli abitanti della zona impegnati in una battaglia per la sicurezza con tanto di esposizione di segnali d’allarme e manichini insanguinati), la Cristoforo Colombo (teatro di gravissimi incidenti, con la morte di sei ciclisti fra l’anno scorso e il 2015, anche verso Casal Palocco e Castel Porziano, oltre ad essere finita al centro delle polemiche e di un’inchiesta della procura dopo la tragica fine dell’imprenditore Claudio Salini). La Cassia, (con le morti di tanti motociclisti). Ma anche la Cassia Bis non scherza, con i limiti di velocità violati di continuo e la carambola dell’anno scorso all’uscita del tunnel prima dell’Olgiata con due morti e una decina di feriti e la Salaria (anche in prossimità del Raccordo, dove incidenti fatali sono stati provocati dalla mancanza di barriere che impediscano il salto di corsia e dalla presenza di prostitute che attraversano all’improvviso la carreggiata, oppure spingono clienti e curiosi al volante a repentine frenate e cambiamenti di direzione). Fuori città la Braccianese e la Litoranea (quest’ultima specialmente d’estate) continuano a mietere vittime, spesso fra i ragazzi. Stragi che, nonostante autovelox e appelli alla prudenza, non accennano a diminuire.