Mia madre Audrey e i suoi spaghetti, ricette di un’antidiva
Luca Dotti, ritratto inedito del mito-Hepburn
Casalinga, brava cuoca, sempre pronta ad accogliere amici e parenti per condividere i piatti più amati: è il ritratto inedito di Audrey Hepburn descritto dal figlio Luca Dotti, con Luigi Spinola, in «Audrey mia madre», pubblicato da Mondadori. «L’idea per questo volume, che non è una biografia ma neppure un classico manuale di cucina, nasce dal ritrovamento di un quaderno sfilacciato sul quale mamma trascriveva le sue ricette. Molte descrivevano piatti complessi, imponenti e ambiziosi, che però non sono mai arrivati alla nostra tavola da pranzo. Perché, in cucina come nella vita, mia madre si era liberata a poco a poco di tutte le cose che non le appartenevano per conservare solo ciò che per lei conta davvero», racconta Luca. Aggiunge che a ritrarla con fedeltà non è l’aspic di uova che, secondo i biografi, da ragazza sapeva realizzare con maestria, ma gli spaghetti, l’olio e il parmigiano che si portava dietro in valigia quando viaggiava, i gelati che divorava nei pomeriggi trascorsi con le amiche, la pasta al forno che preparava per Luca e i suoi compagni di scuola. Sono gli anni in cui la deliziosa interprete di «Vacanze romane» vive la vita romana di tutti i giorni, dopo aver abbandonato il cinema per sposare lo psichiatra Andrea Dotti e occuparsi del figlio, nato nel 1970.
Nell’appartamento al penultimo piano di via di San Valentino, ai Parioli, il piatto forte che testimoniava la sua conversione alla romanità erano gli gnocchi di semolino. Non riuscì mai ad arrivare agli ingredienti più caratteristici della tradizione culinaria capitolina: il famoso quinto quarto, la parte più povera
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