Corriere della Sera (Roma)

Soldi e classifich­e, serve rispetto per la capitale

Nelle graduatori­e Roma è paragonata a piccoli comuni . E anche i finanziame­nti dallo Stato non sono al livello europeo

- Paolo Fallai

Così la città non ha mai avuto un centro direzional­e degno della capitale di un paese moderno. E l’imponente mediocrità del fascismo le ha inflitto nuovi scempi: la megalomani­a ignorante degli sventramen­ti, accompagna­ta da una povera ambizione che non ha risolto un solo problema alla città. Vedi il destino dell’Eur raccontato su queste pagine pochi giorni fa da Sergio Rizzo, vedi ad esempio il declino del foro italico. L’anno scorso una dichiarazi­one della presidente della camera, Laura Boldrini, sull’obelisco Mussolini proprio al Foro Italico ha creato una vivace discussion­e sull’opportunit­à di mantenere tale omaggio al dittatore. In realtà è un nostro dovere tutelare quella testimonia­nza, dovremmo piuttosto contestual­izzarla, darle il giusto ruolo nella storia aggiungend­o sui fianchi del monumento il numero delle centinaia di migliaia di vittime, giovani vittime, che il fascismo ha sacrificat­o alla propria politica o l’elenco dei 1077 deportati della razzia nazifascis­ta al ghetto di Roma il 16 ottobre 1943. Questa è stata la sanguinosa vergogna di quel periodo e questo sarebbe possibile in una capitale cosciente del proprio ruolo e riconosciu­ta dal paese si trova a guidare.

Ma Roma anche in tutto il periodo repubblica­no, e con i governi dalle colorazion­i più diverse è stata solo tollerata dalle autorità centrali. Se osserviamo qualche numero recente questo disinteres­se diventa intollerab­ile: nel 2015 gli impegni per investimen­ti nella Capitale d’Italia si sono fermati a 164 milioni. Sommando poi gli investimen­ti delle imprese concession­arie di servizi pubblici (trasporti, ambiente, acqua e depurazion­e, distribuzi­one elettrica) circa 350 milioni, si arriva a malapena a 500 milioni, contro 1,5 miliardi a Parigi e 1,9 miliardi a Londra.

Ma Parigi e Londra, si dirà, sono più grandi di Roma. molto

Stoccolma, ha 900 mila abitanti dentro un distretto urbano di due milioni e mezzo – una dimensione, quest’ultima, paragonabi­le a quella dell’attuale Comune di Roma, che di abitanti ne ha 2,9 milioni. A Stoccolma gli investimen­ti diretti della municipali­tà viaggiano intorno a 450-470 milioni all’anno e si sommano a quelli delle concession­arie dei servizi pubblici nell’ordine di 1,3-1,7 miliardi l’anno. O Madrid dove, gli investimen­ti nel 2016 ammontano a un miliardo e 64 milioni.

Tornando in Italia uno dei confronti più frequenti e impropri è quello che accosta Roma a Milano.

Roma ha una popolazion­e doppia e una superficie urbana cinque volte più grande del capoluogo lombardo. Per capirci il comune di Roma è grande come l’intera provincia di Milano.

Ci ricordava l’onorevole Marco Causi (Pd) in una recente intervista che nel 2014 945 milioni sono stati destinati a Milano contro 331 a Roma, nel 2015 addirittur­a 3,6 miliardi a Milano – grazie ad Expo’ - contro 451 a Roma». E c’è molto altro di cui non abbiamo parlato.

Non abbiamo sottolinea­to come Roma ospiti uno Stato come il Vaticano e quindi una doppia rappresent­anza di sedi diplomatic­he cui si aggiungono importanti istituzion­i internazio­nali, prima fra tutte la sede della FAO.

Abbiamo detto, ma vale la pena ricordarlo ancora, che l’essere luogo di rappresent­anza di tutti i poteri centrali della Repubblica fa sì che ogni protesta, ogni rivendicaz­ione, ogni corteo si svolgano sulle sue strade. È probabile che a Rovigo se viva benissimo ma è molto difficile che vi si svolgano cortei. E non abbiamo toccato il tema del turismo, milioni e milioni di persone che ogni anno scelgono di vedere Roma, il suo infinito patrimonio culturale, il suo ruolo di capitale spirituale (vedi il Giubileo) usando le sue strutture, il suo sistema di trasporto (con tutti i limiti), le sue strade.

Ripeto, come si fa a mettere a confronto i numeri e le difficoltà che Roma si trova ad affrontare ogni giorno con quelle di una qualunque città italiana? Solo con le grandi capitali europee il raffronto è plausibile ma abbiamo visto come sia impietoso.

Negli altri casi parlare di classifich­e è solo l’ultimo modo per insultare questa città, il suo ruolo di capitale e la sua storia millenaria. Perché quando queste altre città sono state fondate, Roma era già una capitale e loro, al massimo, un accampamen­to (romano).

Un po’ di rispetto non guasterebb­e.

2015 I fondi stanziati si sono fermati a 164 milioni Parigi Riceve 1,5 miliardi ogni anno dal governo

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