Bimba disabile, ore tagliate alla maestra
Tagliate ore alla maestra di sostegno: Comune condannato a ripristinarle
Alunna disabile «discriminata», il Tribunale condanna il Comune: la bambina ha diritto alla sua assistente per 30 ore, «indispensabili a garantire l’integrazione della minore».
Alunna disabile «discriminata», il Tribunale condanna il Comune: la bambina ha diritto alla sua assistente per trenta ore. La storia di Giulia (nome naturalmente di fantasia) è purtroppo simile a quelle di tanti altri studenti con disabilità, che negli ultimi anni si sono visti ridurre le ore del servizio Aec. La sigla significa Assistente educatrice culturale, un’operatrice che a scuola aiuta i piccoli diversamente abili in attività come mangiare, giocare, andare alla toilette: faccende semplici per molti, per loro missioni impossibili da sbrigare da soli. I tagli delle ore di Aec per ogni alunno significano meno sostegno e che quei compiti di enorme responsabilità debbano svolgerli le maestre, sottraendo attenzione ad altri bambini. A Giulia (residente nel XIV Municipio, affetta da sindrome di Down), quest’anno era stata ridotta l’assistenza da 30 a 19 ore: i genitori però non si sono arresi e hanno ricorso.
Il Tribunale civile gli ha dato ragione e, con provvedimento d’urgenza, ha ordinato al Comune di ripristinare il numero di ore «indispensabili a garantire l’integrazione della minore». Lo prescriveva del resto il Pei (Piano educativo individualizzato), come scrive il giudice che richiama anche la risposta del Campidoglio poco illuminante sui motivi del taglio: si limitava a ricordare la funzione dell’Aec, destinato a «garantire il diritto allo studio e all’effettiva partecipazione dell’alunno con disabilità a tutte le attività scolastiche». Ma meno ore, significava meno integrazione. «Il tribunale ha quindi confermato che a mia figlia sono state negate le pari opportunità a scuola», commenta la mamma. Il giudice ha ricordato la sentenza delle sezioni unite della Cassazione del 2014: «Il diritto all’istruzione è parte integrante del riconoscimento e della garanzia dei diritti dei disabili». «Da mesi denunciamo la rimodulazione dell’Aec, ma dal Municipio continuano a sostenere che si dovesse a ragioni tecniche e non economiche», denuncia Julian Colabello, consigliere Pd. «Invece la sentenza cita la mancanza di fondi: verificherò la presenza di altri casi in cui c’è differenza tra servizio previsto dalla legge e quello erogato».
Giulia è tra i tanti giovani che fanno sport grazie al Progetto Filippide, che proprio giorni fa lanciava l’allarme: tolto dal Comune il pulmino per i ragazzi autistici. A rispondere all’sos è stato il Comitato italiano paralimpico (Cip) che ha assegnato un contributo di 5mila euro per il trasporto all’associazione. «Di fronte al disagio di questi atleti con grave disabilità e delle loro famiglie abbiamo ritenuto un dovere intervenire direttamente per garantire la continuità del servizio», ha detto Luca Pancalli, presidente del Cip. Un aiuto provvisorio con «l’auspicio che il Comune trovi una soluzione stabile per i ragazzi».