Tifosi anti-Lotito: «Pensa a sé e non alla Lazio»
I tifosi della Lazio vorrebbero che spendesse ogni energia per impedire a Balde Keita di andare al Napoli e a Stefan de Vrij di finire all’Inter; con le forze rimaste amerebbero vederlo in prima linea per preparare l’ambiente in vista del derby di Coppa Italia del 4 aprile.
Macché: Claudio Lotito è in tutt’altre faccende affaccendato. Sta combattendo battaglie diverse, lui, politiche e personali. Questioni di potere, insomma. Perché il mondo che aveva costruito attorno a sé in dodici anni dentro il calcio - e nel quale si era creato un trono da vero reuccio a forza di spallate -, gli si sta pian piano sgretolando sotto i piedi. Il futuro della Lazio? La sfida alla Roma? Suvvia, ci sono cose più importanti.
Il reuccio è nudo. Tavecchio, l’uomo delle gaffe, che senza Lotito non sarebbe mai diventato numero uno del calcio italiano, ha preso le distanze. Il nuovo personaggio forte della Figc è diventato Cosimo Sibilia, presidente della Lega Dilettanti, destinato a essere eletto vicepresidente federale nel consiglio di lunedì e nel frattempo capo delegazione della Nazionale per la partita contro l’Albania (ricordate con quanta soddisfazione il buon Claudio ostentava la felpa con la scritta «Italia» durante i raduni azzurri? Ebbene, gli hanno tolto pure quella). Anche Galliani ha mollato Lotito. Lo strappo definitivo è avvenuto mercoledì in Lega calcio, quando le sei grandi hanno abbandonato la sala in rotta con le medio-piccole. «Andremo al commissariamento, non si può fare altrimenti: e l’anima nera è sempre lui, il presidente della Lazio», sbuffano i suoi nemici, alcuni dei quali sono ex amici.
Abbandonato da tutti, messo ai margini delle stanze del potere, Lotito non si arrende. La bagarre che ha scatenato all’interno della Lega di serie A, portando dalla sua parte 12-13 club (la posizione del Chievo è ambigua, il Sassuolo ha mollato la compagnia), è un primo segnale: mi volete far fuori, ma venderò cara la pelle. E domattina, nell’assemblea della Lega di B (alla quale partecipa come proprietario della Salernitana), riaprirà la questione relativa alla sua candidatura come presidente: si è proposto per guidare quelle 22 società, una mossa che ha spiazzato tutti gli avversari ma che gli ha fatto trovare per strada nuovi alleati. Stirpe, presidente del Frosinone, se n’è andato incredulo e indignato di fronte alla candidatura di Lotito, ma la partita rimane apertissima. Il suo fine? Rientrare grazie alla Lega di B nel Consiglio federale. Un consesso all’interno del quale deve essere estremamente conveniente avere un posto, se è vero che Lotito, pur di farne parte, è disposto a cedere le quote della Salernitana in suo possesso (la carica di presidente della B è incompatibile con quella di proprietario di una società).
E la Lazio? Già, c’è anche la Lazio. E ci sono i suoi tifosi, alcuni dei quali sono furibondi di fronte alla possibilità che vengano tolte le barriere nelle curve dell’Olimpico per la seconda semifinale di Coppa Italia: la ritengono una scelta iniqua, perché all’andata le barriere c’erano. Ma Lotito non ha tempo per certe faccende: ha altro di più importante a cui pensare.
In Coppa Italia Monta la protesta sul web per la decisione di togliere le barriere in curva al derby