Corriere della Sera (Roma)

Il live di Emis Killa, la «Terza stagione» del guerriero rap

Racconta l’hip hop nell’era dei social: «Per troppa democrazia ci stiamo abbrutendo»

- di Laura Martellini

«Roba da suonare dal vivo, un po’ grezza. È il mio disco dal rap più duro, ritorno ai miei anni prima del successo. Ci sono molte più cafonate »: così racconta Emis Killa «Terza stagione», il disco che ora porta in tour, lunedì alle 21 all’Atlantico (info: livenation.it o 02.53006501). Che sia un affaccio prepotente su una miriade di temi è simboleggi­ato dalla copertina: lui moderno guerriero in pantalonci­ni da boxe, ma su fondo rosa. La sensibilit­à e la capacità di spaziare mascherate sotto la scorza dura, tanto da risultare a volte spiazzante: «Avrò con me una band di sole donne. Nel rap non usa. Così faccio la differenza». Assicura: «Palco fico, band in forma, canzoni bellissime!».

Nei brani parla di delusioni e disillusio­ni, origini dal basso e risalite, alcol e femminicid­io («Spesso la gente ignora le tragedie per paura o per ignoranza, io sento di dare il mio contributo attraverso la musica, così posso sbattere in faccia i fatti senza filtri»). Lo sguardo è «Vecchia maniera», come il titolo di una traccia: «Sì, così mi reputo, per come sono cresciuto e per mentalità. Credo ancora che a volte uno schiaffo dei genitori valga più di mille raccomanda­zioni». Riflette: «I social ci stanno facendo rincoglion­ire. L’altro giorno chiedono un selfie con me. Alla fine la ragazza mi dice: “Ora mando la foto al mio fidanzato, è aperta una gara a chi fa più foto con personaggi famosi”. Come se io fossi un oggetto da collezione. Un’altra invece mi spiega che intende far ingelosire il suo ragazzo. L’unico vezzo è mettere in mostra se stessi. Per troppa democrazia ci stiamo abbrutendo. Il cazzeggio prevale sull’incontro fra le persone. Si cresce smidollati».

Il rimpianto è anche musicale: «Adoro gli anni Novanta. Un momento in cui è nato tutto: l’I-phone, i primi Macintosh. Oggetti che poi hanno avuto un’evoluzione. Ho adorato persino i cinepanett­oni. E le auto: dopo non è stato inventato niente di nuovo. Anche l’ hiph op è partito dalì.Pen siamo a uno come Tupac Shakur». La trasformaz­ione del rap? «Prima nasceva e moriva nella strada, adesso è un g ene r e pe r tut t i . Qua s i fashion! Resta ancora prettament­e maschile, vero. Le donne s’avvicinano a maschiacci. Il dilagare mi fa piacere. C’è però anche un risvolto negativo...». Quale? «Ormai rappano tutti, anche gente che fa schifo. E che poi se la mena sui social. Io e altri ci siamo fatti il mazzo. Ai miei inizi o rappavi o ciao! Contava il merito».

Nato nel capoluogo meneghino con il nome di Emiliano Rudolf Giambelli, classe 1989, Emis Killa piace anche a Roma, ma sempre più spesso è il rap capitolino a salire su al nord, come dimostra il successo strepitoso della Dark Polo Gang: «Milano resta la capitale del rap italiano, anche perché l’accento romano funziona meno — precisa Emis Killa —. Però l’aspetto coatto e grezzo è roba che piace, su da noi. Anche a Roma avrò ospiti, non è ancora certa la lista».

Nel suo disco nomi da Neffa, a Jake La Furia, a Coez, a Fabri Fibra. Di nuovo è netto: «Collaboraz­ione sì, ma ognuno segue la propria strada. E l’osmosi è minore di qualche anno fa». Coach a «The voice of Italy», ha fatto pure l’esperienza della television­e: «A parte che la trasmissio­ne non si rifarà...È stata una bella occasione per crescere in popolarità, non credo ce ne sarà un’altra. Però mai dire mai».

Live Sarà in concerto lunedì all’Atlantico per presentare il disco «Terza stagione»

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Rimpianti Emis Killa racconta di amare gli anni Novanta, «un momento in cui è nato tutto»
Rimpianti Emis Killa racconta di amare gli anni Novanta, «un momento in cui è nato tutto»
 ??  ?? Red carpet Una foto di Tomas Milian al Festival del Film di Roma
Red carpet Una foto di Tomas Milian al Festival del Film di Roma

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy