«Perché adesso ci vogliono cacciare?» Celio Azzurro, la disperazione dei bimbi
L’ordine di sgombero deciso dal Campidoglio consegnato ai responsabili dell’asilo mentre i piccoli sono in classe. Appello all’assessore Bergamo affinché blocchi l’iter
I vigili hanno bussato alla porta quando i bambini erano ancora in classe, nascondendo a fatica l’imbarazzo: «Ma perché vi vogliono cacciare?», hanno chiesto ai responsabili del Celio Azzurro, sotto fratto come centinaia di altre onlus finite nella lista di proscrizione della delibera 140. L’asilo modello che da quasi 30 anni sperimenta la didattica interculturale ieri ha ricevuto l’ultimatum del dipartimento Patrimonio: la determinazione dirigenziale per «la riacquisizione dell’immobile prefabbricato e dell’area annessa di proprietà capitolina».
Il procedimento demanda agli uffici competenti e al I gruppo Trevi della polizia locale «con l’assistenza, ove occorra, dell’avvocatura comunale e delle forze dell’ordine», il compito di procedere all’esecuzione dello sgombero. La notifica è solo l’ultimo atto di un pressing serrato: dal salasso presentato dal Campidoglio (365 mila euro di arretrati) alla difficoltà di lavorare con la minaccia di essere buttati fuori da un momento all’altro. «Dobbiamo continuare a garantire un servizio di qualità - insiste il direttore di Celio Azzurro, Massimo Guidotti - nonostante lo stress emotivo al quale siamo sottoposti. Altre associazioni con una tempistica uguale alla nostra hanno ricevuto soltanto la prima lettera, noi siamo già alla terza. Accanimento? Diciamo che nei nostri confronti c’è stata un’attenzione particolare...».
Dopo gli appelli alla giunta pentastellata e la protesta di due settimane fa in Campidoglio, la scuola dell’infanzia è pronta a ricorrere al Tar: «La sensazione è che il vento stia cambiando», riflette Guidotti. «Se il Riesame ha annullato il sequestro del Brancaleone, potrebbe aprirsi uno spiraglio anche per noi». Nel frattempo, si sta pensando a una sorta di occupazione preventiva: «Rimarremo aperti fino alle 17 e chiederemo ai cittadini di raggiungerci per testimoniare la propria solidarietà. Invitiamo anche il vice sindaco Luca Bergamo perché, prima di qualsiasi iniziativa, sarebbe opportuno entrare nel merito dei contenuti. Il nostro è un lavoro complesso, che interagisce con il tessuto familiare... Non lo si può cancellare così, con superficialità, senza valutare le conseguenze».
Arturo Salerni, l’avvocato che difende Celio Azzurro e altre realtà del terzo settore nella diatriba con Palazzo Senatorio, è fiducioso: «Impugneremo la determinazione dirigenziale, ma il Tar ne ritiene già sospesa l’effettività dalla delibera dello scorso 22 febbraio». Tradotto: mentre gli uffici comunali vanno avanti, la giustizia amministrativa prende tempo in attesa che il Campidoglio metta mano al nuovo regolamento per l’assegnazione degli immobili comunali a fini sociali.
La speranza «Se il Riesame ha annullato il sequestro del Brancaleone speriamo anche noi...»