DI RITORNO DALLA PULITA PARIGI CHE DOLORE VEDERE ROMA COSÌ
Caro Conti, al rientro da Parigi, mi trovo con i problemi della quotidianità romana. Lì, a Parigi, i trasporti sono efficienti, la pulizia delle strade nasce da servizi puntuali e continui. I lavori, tantissimi in ogni dove, danno il segno della vitalità organizzativa ed economica. Vi è l’attenzione alle piccole cose e si evita con semplici interventi di manutenzione che la cosa pubblica degradi. Se si considera l’elevato tasso di attenzione rivolto alla sicurezza da forze di polizia e da servizi di sicurezza predisposti dai privati, quasi scompaiono le preoccupazioni per il pericolo terroristico: la vita scorre normale, non ci sono bancarelle , non ci sono le «sentinelle» che qui sostano - per il controllo del territorio - al di fuori di tutti i negozi.Non ci sono le violenze delle bande, rom o meno, che rapinano cittadini e turisti . Lì, a Parigi, si avverte la presenza dello Stato, qui, a Roma, nonostante gli sforzi di tanti, penso alle forze dell’ordine, imperano disordine, superficialità, indifferenza. Ma vale la pena parlarne? E’ opportuno amareggiarsene?
Carlo Minchiotti
Assolutamente sì. Vale la pena parlarne ed è opportuno amareggiarsene. Altrimenti sarebbe una resa collettiva senza condizioni, non solo al degrado e all’orrore ma anche alla prospettiva di un declino irreversibile. Il nostro dolore, che nasce da facili confronti, dovrebbe aiutare gli amministratori a invertire la rotta. Non stanchiamoci di indignarci. Mai. pconti@corriere.it