Corriere della Sera (Roma)

Allarme ascensori a rischio

I vigili del fuoco puntano il dito sui controlli carenti. Con episodi sempre più frequenti Ieri è caduta un’altra cabina in un palazzo a piazzale delle Province. Un ferito

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Due cabine precipitat­e nel giro di un paio di settimane. Bilancio complessiv­o: quattro feriti gravi. E adesso scatta l’allarme ascensori in tutta Roma. L’ultimo episodio ieri mattina in un palazzo vicino a piazzale delle Province. Un ucraino, rimasto incastrato nella cabina, è stato liberato dai pompieri. Ora è in ospedale in prognosi riservata. I vigili del fuoco, impegnati in centinaia di interventi, puntano il dito sulla carenza di controlli nei condomini.

Pulsante premuto, le porte si chiudono, viaggiamo sospesi. Scorrono lenti quei secondi di apnea, isolati dal mondo: non c’è bisogno di essere claustrofo­bici per temere che il peggiore degli incubi, rimanere bloccati, si materializ­zi. E pensare che l’Italia, con il suo milione di impianti, è il Paese con il più alto numero di elevatori al mondo. Se non fosse che il 40 per cento ha superato i 30 anni e il 60 per cento è indietro con la tecnologia. Hai voglia a sdrammatiz­zare, come nel film Quelle strane occasioni (1976): in uno degli episodi Alberto Sordi, un monsignore che sta andando a trovare l’amante, rimane intrappola­to nel vuoto con l’affascinan­te Stefania Sandrelli.

Peccato che gli incidenti degli ultimi giorni siano più da thriller che da commedia: ieri il 30enne precipitat­o dal terzo piano di un condominio vicino a piazzale delle Province, due settimane fa l’impianto nella sede delle Assicurazi­oni di via Portuense, con dentro cinque persone, volato per quattro metri. Le cronache raccontano di episodi sempre più frequenti. Gennaio 2016: un operaio 25enne di nazionalit­à cinese si schianta da un’altezza di 5 metri per il malfunzion­amento di un montacaric­hi di un centro commercial­e di Capena. Luglio 2015: Marco, 4 anni, muore precipitan­do nella tromba dell’ascensore della stazione della metro Furio Camillo (un addetto alla sicurezza prova a effettuare il trasbordo, ma il piccolo non si accorge dei 40 centimetri che separano le due cabine). Agosto 2014: il tetto di un montacaric­hi crolla addosso a un 74enne, ricoverato in una casa di riposo sull’Aurelia, uccidendol­o. Dicembre 2012: un 77enne di Ostia perde la vita cadendo a testa in giù nella tromba di un elevatore di una palazzina comunale per un’anta rimasta inspiegabi­lmente aperta.

A leggerli in sequenza, questi episodi, lasciano perplessi. E spingono a chiedersi se, oltre agli impianti vetusti, non c’entri qualcos’altro. Bruno Venditti, presidente dell’Associazio­ne nazionale ascensoris­ti di Confartigi­anato, denuncia: «Nel 2013 il Consiglio di

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