MEDAGLIA UNO E TRINO È NORMALE?
Piazzale delle Province, ferito un trentenne. «Un botto, poi le grida»
In una città come Roma dove va a fuoco un autobus ogni quattro giorni, il servizio di trasporto pubblico è disastroso, i pullman turistici ingolfano le strade rendendo il traffico ancora più infernale, un’Agenzia pubblica che abbia il compito di sovrintendere a una mobilità urbana in condizioni tanto critiche dovrebbe rivestire una funzione cruciale. E richiedere la massima concentrazione. Arriviamo a pensare che dovendo assolvere a un incarico così impegnativo e delicato da far tremare i polsi, i suoi responsabili non avrebbero neppure un attimo di respiro. Figuriamoci avere invece il tempo di fare un secondo (o addirittura un terzo o un quarto) lavoro. A patto, naturalmente, di non avere il dono della multilocazione come Padre Pio da Pietrelcina, Sant’Antonio da Padova, San Giovan Giuseppe della Croce, San Pietro d’Alcantara, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, San Francesco Saverio e Santa Caterina de’ Ricci. Circostanza che in questo caso non è affatto da escludere, dopo aver consultato l’elenco delle attività e degli interessi professionali di Carlo Maria Medaglia, classe 1974. Il presidente e amministratore delegato dell’Agenzia per la mobilità del Comune di Roma, retribuito dal Campidoglio con circa 100 mila euro lordi l’anno, è contemporaneamente il capo della segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti nonché prorettore alla ricerca e direttore del relativo dipartimento della Link campus university.
Dall’hotel Athena hanno sentito un botto. E una tranquilla domenica mattina si è trasformata in altro. Dalla cabina dell’ascensore del palazzo di cinque piani arrivavano i lamenti di un uomo. Un ucraino di 30 anni che era andato di buon mattino nel palazzo di via Ercole Pasquali, vicino piazzale delle Province, per far visita alla madre sessantenne, badante di un’anziana pensionata. L’ucraino è rimasto incastrato nella cabina, con una gamba rotta e altre ferite, dopo essere precipitato dal terzo piano forse per il cedimento improvviso delle cinghie, sostituite - a sentire i condomini - appena due settimane fa nel corso di un intervento di manutenzione dell’impianto.
Si tratta solo dell’ultimo incidente che riguarda gli ascensori a Roma. E adesso, oltre alla psicosi, visto che solo nella Capitale gli impianti sono alcune migliaia, è scattato l’allarme sicurezza. D’altra parte gli interventi di soccorso per persone bloccate all’interno di ascensori, ma anche incidenti, sono infatti in cima alla classifica di quelli effettuati ogni anno dai vigili del fuoco. Segno che, come ripetono gli stessi soccorritori, c’è qualcosa che non va nelle manutenzioni.
Un fenomeno che - anche a sentire chi ha ormai una grande esperienza nel tirare fuori persone prigioniere degli ascensori nel giro di pochi minuti - ha fra le sue cause sia la carenza sempre più grave di tecnici specializzati sia il fatto che nei condomini si tende a risparmiare sempre di più, anche a discapito della sicurezza. Ieri mattina a farne le spese è stato il giovane ucraino, liberato dai rottami della cabina dai pompieri che hanno utilizzato il carro sollevamenti per riportarla in superficie dopo che era finita nel seminterrato e hanno poi consegnato il ferito al personale medico di un’ambulanza dell’Ares 118. Il trentenne, che non ha mai perso conoscenza, ricoverato in codice rosso al Policlinico Umberto I, è in prognosi riservata anche se non in pericolo di vita. Oggi potrebbe essere Stato ha ritenuto che le commissioni esaminatrici per l’abilitazione dei tecnici manutentori fossero troppo costose e ha deciso di abolirle». Risultato: «Continuiamo a formare giovani preparati ma, dopo un apprendistato di cinque anni, senza certificazione non possono lavorare alla luce del sole... Sarebbe come guidare già sottoposto a un intervento chirurgico.
«Abbiamo sentito un botto, poi le grida di un uomo», raccontano nel palazzo giallo e bianco dove, oltre all’albergo al primo piano, ci sono abitazioni private e uffici. «Poteva essere una tragedia, forse la caduta della cabina è stata rallentata senza patente». Numerosi gli appelli, tutti senza risposta, rivolti ai presidenti del Consiglio e ai ministri dell’Interno succedutisi in questi anni. «Abbiamo calcolato che tagliando gli esaminatori lo Stato risparmia 28 mila euro l’anno — sottolinea Venditti — . Ci siamo offerti di pagarli noi, ma nessuno ci ascolta». in qualche modo dai freni di sicurezza», spiega un inquilino che rivela anche come, a metà marzo, i tecnici di una ditta specializzata si erano fatti vivi per riparare l’ascensore, sostituendo proprio le cinghie . I tecnici della polizia scientifica hanno svolto un sopralluogo e sequestrato l’impianto: bisognerà capire adesso se l’incidente possa essere collegato a un errore umano durante i lavori oppure dalla qualità, a questo punto scarsa, dei materiali utilizzati.
Oggi gli agenti del commissariato Porta Pia ascolteranno i responsabili della ditta incaricata della manutenzione dell’ascensore e probabilmente anche i tecnici incaricati di intervenire, mentre l’amministratore del condominio è stato già sentito ieri. Sono stati acquisiti i documenti relativi alla storia dell’ascensore e alle manutenzioni alle quali è stato sottoposto nel corso degli anni. Accertamenti tecnici che ricalcano quelli svolti qualche giorno fa in via delle Mura Portuensi nella sede di Assicurazioni di Roma, dove tre persone sono rimaste seriamente ferite nella caduta dell’ascensore per un piano dopo che si era fermato per un guasto e una guardia giurata, non autorizzata a intervenire, lo aveva invece sbloccato.
Come se ne esce? «Chi può va a Bolzano: è provincia autonoma e lì si può prendere il patentino». L’alternativa? «Spesso siamo noi anziani a dover garantire per chi, pur avendo tutti i requisiti, non può farli valere». Venditti, che di anni ne ha 86, non si dà pace: «Nonostante la crisi occupazionale, non possiamo mandare in pensione gli aventi diritto perché non sappiamo come sostituirli: una situazione allucinante».
Accade, così, che l’arte di arrangiarsi supplisca all’assenza di interlocutori: «Stimiamo che in Italia — rivela il portavoce di Confartigianato — ci siano almeno 3-4 mila ascensoristi che operano senza abilitazione». Il rischio è che la manutenzione sia affidata a personale poco qualificato? «Le ditte serie sono in regola con le certificazioni, ma i furbetti ci sono sempre...».