Corriere della Sera (Roma)

Autobus e rifiuti, per la città tanti nodi irrisolti

L’elenco della sindaca contiene fatti minimi e massimi, realizzati e soprattutt­o da realizzare Ma restano per i romani tantissimi problemi da affrontare: vediamo insieme quali

- Andrea Arzilli

Atac e Ama: a Rimini la sindaca mette tra i successi della sua amministra­zione la svolta verso il concordato preventivo della municipali­zzata dei trasporti e il piano rifiuti-zero. Atac, però, è ancora in sospeso, è appena entrata in tribunale e aspetta il responso del giudice sulla procedura anti fallimento: entro due settimane sarà chiaro se l’azienda continuerà a svolgere il servizio o cadrà nel baratro del fallimento. Mentre il piano rifiuti-zero di Ama, definito «il piano che il Comune non ha mai avuto», procede a rilento: entro la fine dell’anno la raccolta differenzi­ata doveva arrivare al 48%, invece è ancora ferma al 43%.

Raggi celebra i 254 successi della sua amministra­zione, ma non tutte le slide raccontano una verità univoca, quella rappresent­ata dall’hashtag grillino #Romaripart­e. Ci sono questioni, infatti, che restano in sospeso in attesa di capire se e quando si potrà esultare davvero.

Come Atac, per esempio, una grana che, a Rimini, la sindaca non si è sentita di definire risolta. Questo perché la municipali­zzata dei trasporti del Campidogli­o, a rischio default per il maxi debito di 1,4 miliardi di euro, è entrata solo una settimana fa in tribunale per la richiesta di concordato preventivo. La giudice Lucia Odello, che ha affrontato la stessa procedura per Fiera di Roma e Idi, deciderà entro due settimane se concederla o meno. Il che, in sostanza, significa consentire ad Atac di restare pubblica e andare avanti attraverso un progetto di rilancio, e in questo senso c’è grande attesa per il piano industrial­e ancora sotto studio. Oppure sancire la fine: trattenere i libri mastri in tribunale per l’avvio della procedura che determiner­à il fallimento. La cosa ovviamente tiene col fiato sospeso le 12 mila famiglie dei lavoratori Atac, ma anche i fornitori dell’azienda che, se diranno sì alla strategia del concordato, si vedranno comunque ristorare solo una parte del credito accumulato con la municipali­zzata. Va ancora trovato, insomma, un punto di equilibrio tra le parti in causa: il Campidogli­o con i conti sul filo del rasoio, l’indotto che rischia in ogni caso un contraccol­po letale, l’azienda che è la seconda più importante in Italia per i trasporti e che rischia di scomparire se nei prossimi due mesi (i tempi si accorciano di 60 giorni per la presenza dei decreti ingiuntivi di Trenitalia, Cotral e Roma Tpl) salterà fuori un no nel dialogo (quasi mai sereno) tra le parti; e soprattutt­o i romani che, tra uno sciopero e l’altro (quello di venerdì lancia l’ennesima giornata di caos), assistono allo sprofondo del servizio tra bus che non arrivano e metro che funzionano a singhiozzo. In sospeso, quindi.

Un po’ come sul versante delle emergenze cittadine: lo scorso 10 settembre, dopo mesi e mesi di siccità — altra emergenza superata a fatica, come del resto l’allarme per la Chikunguny­a -, su Roma si è scatenato un nubifragio di tre ore e la città è andata subito in tilt. Strade allagate, sottopassi impraticab­ili, fogne che non riuscivano a drenare i 100 millimetri di pioggia piombati in poche ore sulla Capitale. Come reggere l’urto delle piogge invernali? È la questione che preoccupa il Campidogli­o, la bomba d’acqua di inizio settembre ha fatto ri-emergere problemi ancora in cerca di soluzione: la rete fognaria, per esempio, sarebbe da riprogetta­re. Ma il problema allora è stato di manutenzio­ne, con tombini tappati e caditoie ostruite. E il problema nel problema può essere rappresent­ato dalla gestione degli oltre 300 mila alberi della Capitale, un polmone vegetale che rende Roma la città più verde d’Europa. Come si intende provvedere con Ama, la partecipat­a dei rifiuti, o lo sguarnitis­simo servizio giardini?

Su Ama, poi, la questione è particolar­mente delicata. Le slide esibite in Romagna da Raggi danno il quadro di una potenziali­tà, non lo spaccato di una realtà. E infatti l’hashtag è congegnato ad arte: #Romaversor­ifiutizero, dove il «verso» dà il senso di un cammino iniziato e di un traguardo ancora lontano. Il problema è che pure gli step intermedi rischiano di essere disattesi: secondo le direttive europee la raccolta differenzi­ata deve salire al 70% entro il 2021, mentre entro la fine del 2017 la quota dovrebbe raggiunger­e almeno il 48%. Ma l’incedere di Ama sul fronte del rifiuti-zero è ancora troppo lento: entro dicembre la differenzi­ata sarà ancora più o meno al 43%, e con un «piano di riorganizz­azione del porta a porta, di creazione delle isole ecologiche, di centri di riciclo e riuso creativo», per citare una delle 254 slide, ancora in alto mare. Infatti Raggi lo ha definito «piano che il Comune non ha mai avuto». Cioè, il successo è stato farlo partire, non averlo messo in pratica.

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Disagi Sciopero dei trasporti, immondizia ovunque e raccolta differenzi­ata a singhiozzo, traffico e strade allagate alla prima pioggia: sono solo alcuni dei problemi che ogni giorno affliggono i romani (Ansa, Ansa, Jpeg)
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