Intervista
C’è un artista che sta riempiendo di disegni le strade di Borgo. Sono piccoli affreschi adesivi ispirati agli abitanti del rione: la ristoratrice Venerina, il cameriere Giovanni o Nicola, re dei panini. L’autore si chiama Maupal, all’anagrafe Mauro Pallotta, 45 anni, romano, conosciuto come l’artista del SuperPope, murale che nel 2013 fece il giro del mondo divenendo un manifesto di pace.
Sempre al Borgo, una mattina d’ottobre dello scorso anno, fece scalpore un’altra sua immagine apparsa in vicolo del Campanile. Raffigurava Papa Francesco su una scala, intento a giocare al tris della pace, con una guardia svizzera a far da palo: subito ammonito con la cancellazione immediata, Maupal fu poi invitato in Campidoglio e in Vaticano dopo esser stato osannato dalla stampa.
Un anno dopo quella vicenda, lo incontriamo a Borgo Pio, dove è nato e cresciuto. «Ho respirato arte da sempre — racconta — ho studiato al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti. Vivere con la creatività però non è semplice, non potevo farmi finanziare dalla famiglia e così mi sono rimboccato le maniche e ho lavorato ovunque. Nel locale dove facevo il lavapiatti esponevo le mie opere, e i clienti, quando chiedevano al proprietario chi fosse l’autore, restavano increduli alla risposta: vada nel retrobottega, sta lavando le pentole...».
«I miei primi ritratti — continua — furono quelli di Gabriella Ferri, Franco Califano e Aldo Fabrizi. Poi ho realizzato mappe di Roma con carte da gioco. La svolta però avvenne quando venne eletto Papa Francesco. Pensai subito di raffigurarlo come simbolo di fiducia verso un popolo ormai disilluso. Così nasce il mio SuperPope, eroe dei nostri tempi». E cosa accadde? «Praticamente il finimondo. Mi chiamarono tutte le testate del mondo, persino un’emittente afghana. Il mio intento era quello di raffigurare un Papa Supereroe semplice e umano: con