Calenda bacchetta Raggi: «Lettere sconclusionate»
La sindaca: niente di ridicolo, servono più poteri
È di nuovo scontro tra la sindaca Raggi e il ministro Carlo Calenda in vista del tavolo del 17 ottobre per il rilancio della Capitale. In una lettera inviata al titolare dello Sviluppo eco- nomico la prima cittadina ha chiesto maggiori poteri per Roma Capitale. E Calenda ha risposto con un ultimatum: «Stiamo superando la soglia del ridicolo, dal 21 settembre scorso cerco di parlare con la sindaca di Roma. Finora ho ricevuto solo un sms e lettere sconclusionate». «Non c’è niente di ridicolo», la replica di Raggi.
È di nuovo scontro tra la sindaca Virginia Raggi e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in vista del tavolo per il rilancio della Capitale. In una lettera inviata al ministro la prima cittadina ha messo nero su bianco la richiesta di maggiori poteri per gestire Roma Capitale. E il ministro ha risposto lanciando un ultimatum: «La situazione del tavolo per Roma sta rapidamente superando la soglia del ridicolo. Dal 21 settembre scorso, giorno in cui abbiamo inviato la prima lettera per l’avvio del tavolo, cerco di parlare con la sindaca di Roma in merito al lavoro preliminare da svolgere in vista della riunione fissata il 17 ottobre». A questo punto, aggiunge Calenda, «ritengo urgente incontrare la sindaca nelle prossime 48 ore per verificare la reale disponibilità a proseguire nel percorso». «Chiedere più poteri per Roma Capitale non è ridicolo», la replica della sindaca.
Restano però le parole pesanti del ministro che ha ribadito di voler «evitare» che il tavolo «diventi una perdita di tempo» o che sia solo «cerimoniale». Auspicando un lavoro tecnico preparatorio «per raccogliere suggerimenti e materiale». I tecnici di ministero, Comune, Regione e delle associazioni si vedranno oggi in un incontro preliminare: per il Campidoglio parteciperanno la vice capo gabinetto Gabriella Acerbi e il delegato al Personale Antonio De Santis. Mentre il vertice con Raggi, è stata fissato per il 17 ottobre. Cioè la «prima data utile nella sua agenda - dice Calenda -, alla quale tutti gli altri partecipanti hanno dovuto adattarsi. Ad oggi non sono riuscito ad avere un contatto diverso da un sms di circostanza. Continuo però a ricevere lettere sconclusionate sui più vari argomenti». Mentre «tutte le altre istituzioni, a partire dalla Regione Lazio e dalle associazioni si sono immediatamente attivate mettendo a disposizione idee, progetti, staff e tecnici, l’unico riferimento individuato dalla sindaca è il suo portavoce».
Nella missiva partita ieri dal Campidoglio e indirizzata per conoscenza a tutti gli invitati al tavolo, Raggi invece ha sottolineato «la necessità di una semplificazione normativa e amministrativa che garantisca una dignità istituzionale adeguata alla capitale del Paese». Così da favorire «un’azione diretta e più efficace dell’ente nei confronti di tutti i soggetti che operano sul territorio». In più secondo la sindaca c’è «il bisogno che la Capitale sia destinataria di politiche di medio e lungo periodo, non limitando il tavolo di rilancio al breve termine». Lo scontro ha subito innescato l’intervento del Pd. «Sconfortante - ha commentato la deputata dem Stella Bianchi -. La sindaca Raggi è disinteressata a fermare la crisi di Roma o è incapace da non riuscire neanche a raccogliere l’aiuto del ministro?».