Luis Alberto: «Sogno il Mondiale con la Spagna»
Lo spagnolo della Lazio coltiva un grande sogno: «Voglio il Mondiale». Come De Vrij: «Amo l’Olanda»
Sullo sfondo un sogno – o un’utopia – mondiale. Davanti, a portata di mano, una sfida che vale una fetta di campionato. De Vrij e Luis Alberto, vecchia certezza e nuovo talento, hanno i pensieri divisi a metà: da una parte la nazionale, dall’altra Lazio-Juve. Ma l’aspetto che conta di più, almeno per Inzaghi, è che fisicamente siano entrambi in Italia, e che oggi possano lavorare a Formello. Olanda e Spagna si affacciano nella mente dei suoi due calciatori, ma l’allenatore non se ne preoccupa: è normale, in fondo, soprattutto in queste ore decisive per la qualificazione a Russia 2018.
De Vrij parla di nazionale per difendersi, o comunque per chiarire. Ce n’è bisogno, perché mentre l’Olanda si gioca i Mondiali (al momento è terza nel girone) lui va in campo solo con la Lazio: «Hanno detto che non tengo al mio Paese, ma è completamente falso. Ho comunicato tutto ai medici della federazione: ho detto loro che non sapevo se avrei giocato contro il Sassuolo perché non stavo bene e, non appena ho capito che sarei sceso in campo li ho avvertiti. Ma non mi avevano convocato...». Non l’hanno presa bene, da quelle parti: comprensibile, le partite con Bielorussia e Svezia valgono tutto, per l’Olanda sarebbe un piccolo dramma sportivo restare fuori dai Mondiali. «Sarebbe stato difficile, per me, giocare queste due partite, non a caso anche contro il Sassuolo sono uscito a metà secondo tempo».
Luis Alberto parla di nazionale per sognare. La Spagna è spaccata, è vero, ma i Mondiali sono a un passo: basta poco per qualificarsi, proprio a spetinuare se dell’Italia. Il laziale ha conquistato tutti in questo avvio di stagione, anche in patria si sono accorti di lui, adesso ha un desiderio: andare in Russia. Se lo avesse detto qualche settimana fa, gli avrebbero riso in faccia; ora tutto è cambiato. «Lopetegui non ha paura a dare una possibilità anche a chi non ha mai vestito la maglia della nazionale, perciò anch’io ci spero. Certo, devo con- a fare bene, però il Mondiale è un mio obiettivo».
De Vrij e Luis Alberto guarderanno da lontano le loro nazionali, lavorando per la partita che può segnare il campionato della Lazio: la sfida con la Juve. La squadra di Inzaghi è la sorpresa della stagione, finora: è lassù in classifica, e si è già presa una coppa, strappandola proprio ai bianconeri. Non una vittoria, quella del 13 agosto: un trionfo. Che ha cambiato la consapevolezza dei biancocelesti: da quella notte credono molto di più nelle loro qualità, sanno che possono piegare chiunque. Anche – perché no? - la Juve nell’invincibile Stadium. «Li abbiamo già battuti, sono fortissimi ma possiamo riuscirci di nuovo», le parole di Luis Alberto. Un ottimismo comprensibile: a lui riesce tutto bene, alla Lazio anche. E allora, perché non crederci?
Più difficile credere che venga accolto il ricorso della società biancoceleste per la chiusura della curva Nord per due partite a causa dei «buu» razzisti rivolti a due giocatori del Sassuolo. «Una sentenza spropositata», dice il portavoce della Lazio. Il giudice sportivo italiano, al pari dell’Uefa, non la pensa così.
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