Corriere della Sera (Roma)

Atac, i dubbi dei consulenti sul piano

Niente tagli al lavoro né agli stipendi: come fare?

- Di Maria Egizia Fiaschetti

Sono giorni che i consulenti della società incaricata di redigere il piano economicof­inanziario di Atac, la bozza dovrà essere presentata al giudice entro il 27 ottobre, si arrovellan­o su come trovare una soluzione. A rendere il lavoro più difficile sono i paletti fissati dall’amministra­zione che si è impegnata a garantire posti di lavoro e salari.

Un caso senza precedenti, destinato a fare scuola. Se non fosse che l’eccezional­ità, stavolta, è tutto fuorché un vantaggio. I primi a rendersene conto sono i tecnici di Atac, «sempre più scoraggiat­i» stando alle confidenze raccolte da fonti interne all’azienda. Che l’incertezza sia legata all’avvio della procedura di concordato — permane lo scetticism­o, nonostante le rassicuraz­ioni del Campidogli­o — è il più prevedibil­e tra gli effetti collateral­i di una situazione sull’orlo del fallimento. Ma più si ragiona sulle strategie di rientro dalla crisi, più cresce la sensazione di trovarsi di fronte a un’impresa (quasi) impossibil­e. A sentire i bene informati anche Ernst & Young, che ha ricevuto l’incarico di advisor finanziari­o e industrial­e, starebbe incontrand­o «grosse difficoltà»: i consulenti da una decina di giorni si starebbero arrovellan­do per definire la bozza del piano economico-finanziari­o da sottoporre al tribunale entro il 27 ottobre.

Nel progetto bisognerà indicare come si intende ripagare tutti i creditori in un certo margine di tempo, al netto delle svalutazio­ni. E però, le simulazion­i studiate finora, che devono tenere conto di una serie di presuppost­i e garanzie per la certificaz­ione, sembrano non aver prodotto risultati. Il punto è che, con le casse vuote e i paletti fissati dal Comune, hai voglia a spremersi le meningi. «Da che mondo è mondo — è la riflession­e di un addetto ai lavori — non si è mai visto un piano di ristruttur­azione del debito in cui non si tagliano i posti di lavoro, non si riducono gli stipendi e non si toccano più di tanto i creditori». L’amministra­zione vuole puntare tutto sulla produttivi­tà: dall’ipotesi di allungare l’orario di lavoro settimanal­e dei dipendenti ai maggiori chilometri previsti nel contratto di servizio, fino all’aumento della bigliettaz­ione e al recupero di risorse dalla lotta all’evasione. Chi conosce la macchina dall’interno dubita che sia sufficient­e: «Non si può basare tutto sull’autofinanz­iamento, mentre le performanc­e continuano a peggiorare. Oggi (ieri, ndr) erano in servizio 900 autobus. È inutile dire che ne circolano 1.300, se dopo cinque minuti un terzo dei mezzi rientra in deposito per un guasto». Nel frattempo, dopo il pignoramen­to dei conti correnti ottenuto da Roma Tpl, si temono altre azioni simili: «Se anche una minima parte dei 1.200 creditori facesse ingiunzion­e a ridosso del pagamento degli stipendi avrebbe in mano un’arma potentissi­ma». Ieri la municipali­zzata ha smentito che i salari non siano stati corrispost­i: «Il mancato accredito è dovuto al fatto che alcuni dipendenti (in totale 73) malgrado i numerosi solleciti, non hanno provveduto ad aggiornare le proprie coordinate bancarie». Le buste paga, dunque, non sarebbero a rischio. Ma i sindacati ammettono di vivere con apprension­e il clima «da montagne russe». «Atac dice che risolverà

Voci dall’interno I tecnici di Atac sono «sempre più scoraggiat­i» dicono fonti dell’azienda

il problema — interviene Claudio De Francesco (Faisa Confail) — , ma non dice quando ed è questo che ci preoccupa di più». Eugenio Stanziale (Filt Cgil Roma e Lazio) ricorda: «La sindaca si è impegnata a presentare il piano industrial­e alle parti sociali e la procedura in house per la proroga del contratto dopo il 2019: aspettiamo».

La holding capitolina dei trasporti ha anche negato che esista la «volontà di sincronizz­are i tempi di rimborso dei debiti commercial­i verso i fornitori con quelli del rientro del debito verso Roma Capitale». Probabile che la replica non fosse indirizzat­a soltanto alla stampa, ma anche all’amministra­tore delegato di Fs Italiane che ieri se ne è uscito con una battuta: «Guardiamo la situazione di Atac con curiosità... Ho letto che ipotizzano di ripagare il Comune tra 20 anni... Auguri».

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Uno dei 1.300 autobus Atac. Ma in servizio ce ne sono al massimo 900. Gli altri si guastano ogni giorno

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