Luigi Pirandello, 150 anni fa: mostra, film e letture sceniche
Da domani le iniziative tra Casa Museo, Teatro di Villa Torlonia, Sala Trevi
«E siamo al più singolare dei fenomeni apparsi nella vita teatrale italiana, se non europea, della nostra età. Quello, cioè, d’un romanziere e novelliere che, per venticinque anni accolto con più o meno freddo rispetto fra la critica e fra i lettori, a circa cinquant’anni, e cioè intorno allo scoppio della Grande Guerra, si mette a riscrivere per il teatro storie identiche, o simili, a quelle già proposte nel romanzo e nella novella e di colpo diventa il più famoso drammaturgo dell’ora: Luigi Pirandello». Con queste parole Silvio D’Amico inizia il capitolo dedicato al grande autore «di Girgenti». E in occasione dei 150 anni dalla nascita l’Istituto di studi pirandelliani, che ha sede e gestisce la Casa museo (via Antonio Bosio 13b) in cui lo scrittore visse gli ultimi anni della sua vita, ricevette il Nobel e morì, propone una serie di iniziative speciali, con il sostegno del Mibact.
Dal domani a domenica al Teatro di Villa Torlonia, tre serate a cura di Paolo Petroni, intitolate Ecco come parla la verità, proprio sul tema pirandelliano della Verità e dell’Identità, con lezioni magistrali di studiosi e specialisti che ampliano il discorso, tra i quali Umberto Galimberti, Gabriele Lavia, Valerio Magrelli, accompagnate da letture sceniche. Dal 13 ottobre nella Casa museo tre serate per il ciclo Mondo di carta, con letture di Novelle per un anno, a cura di Roberto Antonelli e Adriano De Santis. Poi, stesso luogo, dal 21 novembre, mostra storico-didattica curata da Claudio Strinati intitolata Il caso Pirandello, con documenti, autografi, voci, video e quadri dipinti dallo stesso scrittore. Dal 25 novembre, Pirandello e il cinema in Sala Trevi, serie di film tratti da opere pirandelliane, curata da Amedeo Fago con la Cineteca Nazionale, e relativa tavola rotonda cui partecipano tra gli altri i registi Marco Bellocchio e i fratelli Taviani.
L’Istituto ha anche portato a termine la terza fase del progetto di digitalizzazione del patrimonio grazie al contributo della Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo, e riprende la pubblicazione della storica rivista di drammaturgia «Ariel», diretta da Antonella Ottai.