Corriere della Sera (Roma)

Rifiuti, rivolta a Parioli e San Lorenzo

Troppa immondizia nelle strade. I residenti del II Municipio: «Pagheremo solo la Tari ridotta»

- Andrea Arzilli Maria Egizia Fiaschetti

Legali in campo dopo la sentenza della Cassazione. Trattament­o dell’indifferen­ziata in crisi, rischio di un’altra emergenza

Si appellano a un’ordinanza della Cassazione i residenti del II Municipio, che minacciano di pagare solo il 40% della Tari per «disfunzion­e del servizio raccolta». Sono già una ventina le associazio­ni del territorio pronte ad aderire allo «sciopero» e ad avviare una class action per «mancata erogazione del servizio». Nel frattempo, dopo che la Rida di Aprilia ha smesso di ricevere una quota d’indifferen­ziata, si temono nuove emergenze.

«Qui gli avvocati non ci mancano». Nell’affermare la supremazia cittadina in ambito legale, le 20 associazio­ni del Municipio II - area vasta e piena di esperti di diritto che va da San Lorenzo a piazza Bologna fino ai Parioli - si sono alleate sulla grana delle grane, i cassonetti pieni di rifiuti, annunciand­o una doppia iniziativa.

La prima è di prospettiv­a: una class action per chiedere sia ad Ama sia al corpo di polizia locale un maxi risarcimen­to per «mancata erogazione del servizio». Il riferiment­o è alla mancata vigilanza delle pattuglie di vigili urbani e, soprattutt­o, alle difficoltà della municipali­zzata dei rifiuti nella raccolta della spazzatura. Che, infatti, si accumula da giorni nei cassonetti dei quartieri «bene» del quadrante nord-est e, causa problemi nel porta a porta, davanti alle case degli abitanti di San Lorenzo. Un’azione legale a cui stanno arrivando adesioni su adesioni, del resto il bacino raccoglie oltre 200 mila abitanti e - dicono i promotori - vede la presenza sul territorio di istituzion­i infastidit­e dai miasmi: Enel, Enea, il policlinic­o Umberto I e anche la Luiss, tanto per citarne alcune.

La seconda iniziativa è forse ancora più eclatante, anche perché può fare perno su un dispositiv­o della Cassazione. E prevede lo sciopero della Tari, la tassa sui rifiuti di Roma Capitale, per «disfunzion­e del servizio di raccolta». Il precedente è l’ordinanza numero 22531 del 2017 emessa dalla sezione tributaria civile della Cassazione: con il dispositiv­o è stata annullata la decisione della Ctr campana che aveva ritenuto legittimo l’avviso inviato da Equitalia per conto del Comune di Napoli per il pagamento della Tarsu relativa al 2008 ad una società alberghier­a. Secondo i giudici della Suprema Corte la riduzione della tassa (non oltre il 40%) «spetta per il solo fatto che il servizio di raccolta, debitament­e istituito e attivato, non venga poi concretame­nte svolto, ovvero venga svolto in grave difformità rispetto alle modalità regolament­ari relative alle distanze e capacità dei contenitor­i ed alla frequenza della raccolta; così da far venire meno le condizioni di ordinaria e agevole fruizione del servizio da parte dell’utente». Insomma, se non c’è servizio, non si deve provvedere a pagare il bollettino che in queste ore sta arrivando nelle case dei romani: come minimo all’utente spetta uno

L’appiglio giuridico La sentenza della Cassazione che ha riconosciu­to la diminuzion­e del 40% a un’azienda di Napoli

«sconto» del 40%, cosa che Ama non ha preso certamente bene.

Nel frattempo, dopo che la Rida di Aprilia ha deciso di non ricevere più una parte dell’indifferen­ziata della Capitale (tra le 1o0 e le 300 tonnellate al giorno) si teme che nelle prossime settimane le vasche degli impianti Ama possano tornare a riempirsi. Spiega Fabio Altissimi, amministra­tore unico della Rida: «Da due anni facciamo i vagabondi tra le discariche di altre regioni per il trattament­o dei rifiuti di 80 comuni: venerdì abbiamo detto basta». L’imprendito­re accusa la giunta Zingaretti di non aver dato seguito alla sentenza del Tar per l’individuaz­ione di siti di smaltiment­o degli scarti. Altra contestazi­one: «Abbiamo scritto decine di raccomanda­te, ma non abbiamo mai ricevuto risposta: ci dicano dove portare i sobballi». Ma fonti di via Cristoforo Colombo chiariscon­o: «Entro la fine dell’anno aggiornere­mo il piano di fabbisogno regionale, fino a quel momento l’esame delle richieste di nuovi siti sono sospese». Il riferiment­o è, anche, al progetto di realizzare una nuova discarica da 1 milione e 200 mila tonnellate di rifiuti già trattati ad Aprilia presentato dalla Rida: «In conferenza dei servizi la maggior parte dei pareri sono stati sfavorevol­i — spiegano dalla Pisana — . Con la crescita della differenzi­ata bisognerà capire quanto materiale da interrare avremo nei prossimi anni e come modulare gli interventi».

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Via Archimede Cassonetti colmi di rifiuti, nei mesi scorsi. In mezzo ai sacchi dell’immondizia c’è persino un vecchio aspirapolv­ere

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