Corriere della Sera (Roma)

UN PIANO CHE PARLA DI TUTTI NOI

- Di Fabio Filocamo

Martedì 17 prende avvio il Tavolo per Roma, voluto dal Ministro dello Sviluppo Economico, per coordinare fondi (oggi 2,6 miliardi di euro circa) e interventi utili a fronteggia­re l’emergenza della Capitale. L’esito dei lavori dirà se saranno superate le diffidenze personali e politiche. La buona notizia è che la politica finalmente si parla a tutti i livelli (Mise, Regione e Comune). Si spera ora che i rappresent­anti, messe da parte le differenze agiscano per il bene comune della Capitale. La città ha patito abbastanza: la lunga crisi economica, beni e servizi in degrado e i patemi politici di almeno tre anni, da quando Marino finì sulla graticola dell’allora Presidente del Consiglio. Per conquistar­e la fiducia dei cittadini, ben venga quindi l’approccio collaborat­ivo. Oltre al tavolo, si usi anche il pantografo, strumento già in voga tra gli ingegneri per disegnare i propri progetti: per modellare un’idea di Città Eterna declinata al futuro, non solo a copertura di buchi di bilancio e buche nell’asfalto, pur giuste priorità di ogni prudente amministra­zione. E si costituisc­a una task force operativa, perché, foglio excel alla mano, i bellissimi piani che saranno scritti abbiano effettiva (e tempestiva) esecuzione. Con il tutto, liti incluse, reso trasparent­e, per far valutare scelte, ruoli e responsabi­lità di ciascuno.

La Sindaca Raggi oggi dovrebbe render noto un documento strategico di programmaz­ione di investimen­ti per 500 milioni di euro l’anno, di cui 300 a carico del Comune.

Piano centrato su infrastrut­ture di trasporto e mobilità sostenibil­e, ma anche inclusione sociale nelle periferie, banda larga e wifi. Per questi ultimi e su tutto ciò che è innovazion­e Comune, Regione e Mise potranno trovare molti punti di incontro. Anzi, è bene che lo facciano, creando delle valide condizioni abilitanti per le imprese. Investano in infrastrut­ture, ma senza trascurare i contenuti. Roma si presta bene a sviluppare un’economia immaterial­e basata su conoscenza, creatività, ricerca e innovazion­e. Per arrivarci, si potrebbe adottare il metodo Juncker. Come per il piano di investimen­ti strategici UE, usando la leva dei fondi pubblici per risvegliar­e e mobilitare quelli privati in settori specifici: cofinanzia­mento pubblico o deducibili­tà fiscale degli investimen­ti, per moltiplica­re risorse e resa. Così, nei due ultimi Giubilei, molti romani hanno messo a posto le facciate dei loro edifici (o ridotto le antenne condominia­li). L’occasione è ora propizia perché si dia una prospettiv­a futura alla città nell’insieme. Non un semplice piano industrial­e. Perché Roma non è un’azienda, ma il letto di un fiume dove scorrono le energie e le speranze dei suoi milioni di abitanti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy