Impiegati Atac aggrediti durante i controlli-biglietti
È caos tra i dipendenti di Atac, già in allarme per il concordato preventivo, dopo che due amministrativi spostati alla vigilanza dei tornelli della stazione metro Anagnina sono stati aggrediti a calci e pugni. La riorganizzazione del personale, con più risorse in strada e meno negli uffici, è tra i punti chiave del piano industriale che l’azienda dovrà presentare in tribunale. Ma i sindacati, dopo quanto accaduto, lamentano la mancanza di sicurezza e bocciano la strategia aziendale.
Cresce il malumore tra i lavoratori di Atac, scettici sulla procedura di concordato, che considerano «un salto nel buio», e preoccupati per il blocco dei conti correnti non ancora del tutto risolto. Ma a esasperare il clima ci si mette pure il racconto di due amministrativi, spostati dagli uffici alla stazione della metro Anagnina Meteo per rafforzare i controlli: si tratta della fase sperimentale del piano di riorganizzazione aziendale che conta di aumentare la produttività trasferendo risorse sul territorio. Se non fosse che, secondo quanto riferito dai due dipendenti spediti ad Anagnina, il risultato è stato: uno schiaffo e due calci. Lunedì sera, uno dei verificatori in prova si accorge che un gruppo di ragazzi sta scavalcando i tornelli: cerca di fermarli, ma viene aggredito. Botte anche al collega che interviene in suo aiuto.
Ma le conseguenze vanno oltre il singolo episodio: per i sindacati è la prova che il piano è inapplicabile. Tradotto: di fronte ai possibili rischi e senza un sistema di vigilanza che li tuteli, i lavoratori non se la sentono di uscire dagli uffici. Più che un passo indietro, suona come la bocciatura di uno dei punti cardine del piano di rilancio. Su Atac, nel frattempo, è scontro tra Comune e Regione. L’assessora capitolina alla Mobilità, Linda Meleo, ieri è stata ascoltata in commissione Lavori pubblici. Nel ricordare il debito di 1,3 miliardi dell società in house, ha puntato il dito contro le gestioni precedenti: «Con l’avvio del percorso di concordato il Campidoglio ha inviato le carte in procura affinché siano analizzate le responsabilità del passato nelle sedi opportune». Meleo ha anche accusato la Regione di aver ridotto progressivamente i contributi al fondo trasporti di Roma Capitale «preferendo investire nella sua azienda Cotral». Ecco le cifre sgranate cone un rosario dolente dall’assessora: «Negli ultimi quattro anni la Regione ha dato ad Atac 640 milioni di euro per un servizio prestato di 182 chilometri, mentre nello stesso periodo Cotral riceveva 932 milioni a fronte di 76 chilometri». Dura la replica della Pisana: «Le risorse destinate al Tpl di Roma sono state aumentate a 325 milioni di euro l’anno per la Capitale, pari a circa il 60% del fondo destinato alla Regione Lazio». E mentre volavano frecciate, in Senato qualcuno evocava il convitato di pietra: Paolo Simioni (ad, dg e presidente della municipalizzata) che per due volte avrebbe disertato gli incontri.