«Segnaliamo i pericoli, ci dicono di chiudere»
La direttrice del Mamiani ha firmato la lettera: «Il problema della manutenzione è del tutto sottovalutato»
«Mi sono sentita male quando ho visto il tetto del Virgilio: e se lì ci fossero stati degli studenti? È stata una disgrazia sfiorata».
Tiziana Sallusti, preside del liceo Mamiani, è una delle firmatarie della lettera dei presidi e ci tiene a dire di «essere una privilegiata rispetto ai dirigenti di altre scuole in condizioni edili critiche», però vuole comunque fa sentire anche la sua voce.
Quale risultato sperate di ottenere con la vostra lettera?
«Questa non è una protesta o un capriccio, noi vogliamo far capire che il problema della manutenzione degli edifici è reale e invece è del tutto sottovalutato: non ci sono soldi, continuano a ripetere, ma se io come dirigente scolastico sono responsabile della sicurezza degli studenti e dei lavoratori, devo essere messa in condizione di agire». Non è così? «Non è così: noi possiamo fare solo piccoli interventi, cose minime e niente di più. Ma qui a Roma ci sono scuole in edifici storici che avrebbero bisogno di una manutenzione costante e ordinaria. Ci sono scuole in cui piove dentro, scuole con interi settori chiusi e nessuno interviene: noi segnaliamo il pericolo, ci viene detto di chiudere e poi tutto resta così. È manutenzione questa?».
Città Metropolitana, che è la proprietaria degli edifici scolastici, dice che non ci sono abbastanza fondi per tutti.
«Lo so. il problema è sempre quello. Io nella mia scuola sono riuscita ad organizzarmi e avevo dei fondi d’istituto che ho usato per riparare una parte del tetto che l’ex provincia non aveva finito di chiudere: entrava l’acqua e rischiavamo di avere ulteriori danni. Ma quei soldi li ho dovuti togliere alla didattica: nelle classi non ho tutte le Lim per esempio, però ho preferito investire sulla sicurezza. Ma ripeto: noi siamo dei privilegiati. Le altre scuole come possono fare?».
Le scuole del centro di Roma sono più a rischio?
«Tutti gli edifici sono a rischio: in centro ci sono quelli molto vecchi, altrove quelli degli anni ‘70 dove i muri di cemento si sgretolano. L’emergenza è di tutti. Ma si lavora sempre e solo sull’emergenza, con interventi a pezzi, a macchia di leopardo. Invece serve un piano di adempimenti, una manutenzione organizzata e strutturata. Certo che servono più fondi: questo chiediamo».
E se non doveste essere ascoltati?
«Io spero che ci diano ascolto, io ho fiducia nelle istituzioni. Ma io voglio pagare per i mie errori, non per quelli degli altri».