«Rifiuti, i Parioli paghino la tassa»
Linea dura del Campidoglio: nessuno sconto anche se l’immondizia rimane nelle strade
Il Campidoglio dice no: nessuno sconto sulla Tari per i cittadini di Paioli e San Lorenzo, anche se l’immondizia rimane nelle strade. Ma le associazioni sul territorio annunciano battaglia: ieri si è costituito il pool di avvocati che imbastirà le azioni legali, class action e «sconto coatto» della Tari, contro Ama e Comune.
«La tipologia di riduzione a cui loro fanno riferimento non ci risulta applicabile alla città di Roma». Diciassette parole che, dopo un rapido consulto con l’Avvocatura, danno la posizione del Campidoglio sullo «sciopero» della Tari lanciato dalle associazioni riunite attorno al Tavolo qualità del Municipio II in una sorta di unità di crisi attivatasi spontaneamente a causa dei cassonetti stracolmi e del porta a porta che non funziona. Le parole del Comune suonano come un no categorico: non ci saranno sconti sulla tassa anche se è stata la stessa assessora all’Ambiente di Roma Capitale, Pinuccia Montanari, a definire «aberrante» il sistema di raccolta nell’enorme fetta di città che va da San Lorenzo al quartiere Africano, dai Parioli a Piazza Bologna.
«Il parere del Campidoglio? Potrebbe essere un po’ interessato, rischiano di rimetterci parecchi soldi...», dicono dal Tavolo. E infatti i cittadini non indietreggiano di un passo. Anzi, accettano la sfida e annunciano battaglia in tribunale: ieri si è costituito il pool di avvocati che avrà il compito di imbastire le azioni legali contro Ama e il Comune.
Il primo obiettivo è quello di strappare dal giudice almeno una sospensiva, in modo da bloccare la riscossione della tassa. Ma in ballo ci sono una class action di un (quasi) intero quadrante cittadino che potrebbe portare ad un risarcimento di 1,5 milioni, per altro proprio mentre nelle case arrivano i bollettini col marchio della municipalizzata dei rifiuti; e, soprattutto, un’operazione unilaterale di sconto sulla tariffa dei rifiuti sulla scorta della sentenza della Cassazione 22531, quella che a Napoli ha dato ragione ad un albergo sul diritto di pagare il 40% in meno sulla Tarsu per «mancata erogazione del servizio».
Il tutto mentre la grana rifiuti tiene (letteralmente) in apnea intere porzioni di Roma, con l’amministrazione che provvede ad affittare 130 mezzi e 30 camion per gestire le difficoltà e intanto si trova a fare i conti con lo sciopero del 23 ottobre, proclamato dalla Cgil in relazione ai 270 lavoratori della Cooperativa 29 giugno a rischio licenziamento, che potrebbe mandare in tilt la raccolta differenziata proprio nel Municipio II (ma anche nei I e IV). Tutta una serie di inneschi che fanno esplodere il caso nel Consiglio comunale straordinario con Montanari e l’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, a relazionare.
«Siamo riusciti a recuperare quei 29 milioni di euro che il ministero dell’Ambiente doveva ai cittadini romani e al Comune. Questo è stato un risultato importantissimo per riportare nella nostra città investimenti nel settore dei materiali post consumo», ha detto l’assessora prima di affondare il colpo sull’opposizione e scatenare il caos. «Ci ha detto che il Pd è un partito di bugiardi. Così è sinceramente inaccettabile perché Montanari è assessora di tutti i romani, non solo di quelli grillini», ha detto il consigliere dem, nonché numero due del Pd romano, Antongiulio Pelonzi, che ha reagito chiedendo la parola per fare un richiamo al regolamento e ottenendo un’espulsione dall’Aula da parte del presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito. «Valuteremo la querela», ha detto Pelonzi. «Se si viene espulsi per un richiamo al regolamento, la democrazia è agli sgoccioli». Sostegno anche dal segretario del Pd Roma, Andrea Casu, che ha parlato di «un fatto gravissimo: offendere i cittadini, espellere le opposizioni, la Roma a cinque stelle riscopre le pagine più scure della propria storia».
Accusa «Il parere del Campidoglio? Interessato, rischia di rimetterci molti soldi...» Assessora Montanari è stata chiara: «Sistema attuale aberrante»