Rivoluzione Partecipate Via Colomban, arriva Gennaro
Dodici in 16 mesi. Colomban attacca Raggi: le proposte di sviluppo aspettano da aprile
Sesto cambio di assessore nella giunta M5S: fuori Massimo Colomban, responsabile delle Partecipate, entra il commercialista di Veroli (Frosinone) Alessandro Gennaro. Si sapeva che l’incarico del manager trevigiano era pro tempore, ma nella sua lettera di commiato non ha risparmiato qualche critica: «Alcune proposte di sviluppo sono da aprile negli uffici della sindaca».
Nuovo cambio in squadra per la giunta capitolina: fuori l’assessore alle Partecipate, Massimo Colomban, entra il commercialista di Veroli (Frosinone) Alessandro Gennaro, professore associato all’università telematica «Guglielmo Marconi». E mentre in Campidoglio si consuma l’ennesimo avvicendamento, la sindaca interviene al sit-in dei grillini contro il Rosatellum. Acclamata al grido di «Virginia, Virginia», contesta la riforma delle legge elettorale: «Non si cambiano le regole del gioco alla vigilia del voto. Dobbiamo far sentire forte la nostra voce perché loro non ci ascoltano — scandisce al microfono — pensano soltanto a mantenere la poltrona».
Una sindaca di lotta e di governo, mentre a Palazzo Senatorio un altro assessore prepara le valigie. Era previsto che il trevigiano Colomban, responsabile «a tempo» delle Partecipate, lasciasse l’incarico. L’imprenditore, come da lui stesso annunciato alla presentazione del piano di ristrutturazione delle holding capitoline, sarà rimpiazzato dall’esperto di finanza aziendale già in forze nel suo team: per i pentastellati è la sesta sostituzione in 16 mesi. Il record di successioni va al Bilancio: dopo la rottura con Marcello Minenna e Andrea Mazzillo, a mettere ordisessori. ne nei conti capitolini è stato chiamato il livornese Gianni Lemmetti. Nel mezzo, il cammeo di Raffaele De Dominicis, ex magistrato della Corte dei conti, rimasto in carica per soli tre giorni. Tra le più burrascose l’uscita di scena di Paolo Berdini, responsabile dell’Urbanistica, messo alla porta per le forti divergenze sullo stadio della Roma e il gossip sulla vita privata della prima cittadina: al suo posto è arrivato l’architetto Luca Montuori. Colpo di coda velenoso anche per lo strappo con Paola Muraro, ex titolare dell’Ambiente, costretta a dimettersi dopo aver ricevuto un avviso di garanzia. Il turnover, in questo caso, ha puntato su un’altra donna, l’emiliana Pinuccia Montanari. E nonostante Virginia Raggi non sia una fan delle quote rosa — in più occasioni le ha definite «una riserva per panda» — con lo spacchettamento del Bilancio sono entrate altre due
ladies: la siciliana Rosalba Castiglione (Patrimonio) e l’ex impiegata di Inarcassa, Margherita Gatta (Lavori pubblici).
Nel frattempo si fanno sempre più insistenti i rumors che danno in bilico il dg di Ama, l’ingegnere di Voghera Stefano Bina, inviso ai grillini che non hanno mai digerito lo strapotere dell’asse Grillo-Casaleggio e il pendolarismo di alcuni as- Se più di qualcuno è rimasto schiacciato nel meccanismo delle porte girevoli, l’addio (annunciato) di Colomban sembrava l’unico destinato a non lasciare strascichi. Se non fosse che, a leggere tra le righe della sua lettera di commiato, si coglie un pizzico di disappunto. Nel lungo testo consegnato ai posteri, oltre a trarre un bilancio dell’esperienza romana, offre il suo punto di vista «sperando che possa essere utile a qualcuno». Ed ecco che, in un passaggio, non risparmia le critiche: «Ho purtroppo riscontrato molte opinioni divergenti, forse alcuni sperano nel tanto peggio per l’Italia tanto meglio per il Movimento, ma queste idee mi spaventano perché sono l’opposto di ciò che un operatore pubblico o politico dovrebbe fare». Ma il manager del Nord si toglie anche un altro sassolino dalla scarpa: «Purtroppo alcune proposte di sviluppo da attuare sono rimaste da aprile negli uffici della sindaca».
Origini L’ultimo ingresso in Giunta arriva da Frosinone