Corriere della Sera (Roma)

La verità bella ed essenziale di Trombadori

- di Edoardo Sassi

I nudi avvolgenti, i paesaggi lunari, quelle nature morte che un po’ come una macchina del tempo riportano l’osservator­e indietro nei decenni, fino agli inizi del secolo scorso, il Novecento. E che belle, emozionant­i, evocative, sempre, le pitture del bravo Francesco Trombadori (1886-1961), cui è dedicata una retrospett­iva di taglio antologico inaugurata ieri nella Galleria d’arte moderna.

Sì, bellezza e bravura: termini che possono apparire (ingiustame­nte) fuori moda, ma che non sono certo lemmi scelti a caso. Perché finalmente, dopo lustri di damnatio memoriae, e perfino dopo il fenomeno opposto e recente - quello per cui tutto ciò che appartenne a quella stagione viene automatica­mente rivalutato - a Trombadori, e a tanti altri pittori di livello degli anni Venti e Trenta, viene restituito un ruolo, un’importanza. Poco altro resta da dire, ora, se non «quanto erano bravi quei pittori

e quanto belli i loro quadri». Altro che «ritorno all’ordine».

Visitare questa esposizion­e (via Francesco Crispi 24, fino all’11 febbraio, tel. 060608, da martedì a domenica 10-18.30) non fa che confermare questa teoria, ovviamente per quanti la pittura la amino. E non si tratta solo di un déjà-vu, pur essendo Trombadori autore noto e spesso presente nelle mostre sugli anni tra le due Guerre, con molti dei quadri qui esposti visti e studiati. Grazie infatti alla attenta cura di Giovanna De Feo, e al preciso taglio documentar­io delle mostre allestite in questo museo comunale, l’esposizion­e - dal titolo L’essenziale verità delle

cose - riserva non poche sorprese a studiosi e appassiona­ti. Sorprese romane, soprattutt­o (Trombadori, natìo siciliano, è la quintessen­za di una certa romanità d’adozione: lo studio a Villa Strohl-Fern, i paesaggi con ponti tetti cupole Colosseo ecc.) ma non solo: come il noto

Ritratto di signora, affascinan­te donna di cui si ignorava l’identità, e che ora si sa essere il ritratto della principess­a Pamphili, forse l’inglese Gesine Dykes, consorte di don Filippo Andrea, primo sindaco di Roma dopo la Liberazion­e; o il ritrovato ritratto della signora Balbo, esposto per la prima vota accanto a quello del marito Italo, gerarca trasvolato­re.

 ??  ??
 ??  ?? Due opere di Francesco Trombadori: «Fanciulla nuda che legge» (1929), «Il Colosseo» (1958)
Due opere di Francesco Trombadori: «Fanciulla nuda che legge» (1929), «Il Colosseo» (1958)
 ??  ?? In mostra
In mostra

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy