Calenda: Raggi non venga con lista della spesa
Il ministro dello Sviluppo economico alla vigilia del vertice sul rilancio della Capitale
Dopo il battibecco a distanza, con il tavolo sul rilancio della Capitale che ha rischiato più volte di saltare, si è riusciti a evitare l’incidente diplomatico. Salvi dialogo e protocollo, gli sherpa avranno tirato un sospiro di sollievo. Se non fosse per quella frase di Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, intervenuto ieri al programma Mezz’ora in più: «Se vengono per chiedere una lista della spesa meglio che non vengano, non è quello il senso». Parole che suonano come l’ennesimo ultimatum al Comune: se non si converge sul metodo, sarà un dialogo tra sordi. Nelle scorse settimane, il responsabile del Mise qualche segnale lo ha lanciato: dalla difficoltà a interloquire con la sindaca, che si sarebbe limitata a «sms di circostanza», alle «lettere sconclusionate sui più vari argomenti» partite dal Campidoglio. Ma ecco che, a due giorni dall’incontro, si riapre la forbice: qua i grillini arroccati sul dossier «Fabbrica Roma», là il Mise che cerca di farli rientrare nei ranghi, ovvero nel suo perimetro di agibilità. Incalzato dalle domande, Calenda corregge il tiro: «Raggi incompetente? Non credo, quello che mi interessa è lavorare con lei per fare qualcosa per Roma». Per ora, dunque, nessuna sconfessione in vista: «Che mi importa di commissariare Roma, me lo ha chiesto il sindacato, Susanna Camusso, di fare questo tavolo. Questi problemi sono profondi, non sono tutti colpa della politica o della Raggi».