I viaggi con la famiglia pagati dalla federazione
L’ex presidente del Pentathlon, Felicita
L’ex numero uno del Pentathlon - in carica fino al 2013, radiato dal Coni un anno fa – avrebbe utilizzato per anni la cassaforte dell’ente pubblico come se fosse il suo bancomat personale, almeno leggendo gli atti dell’inchiesta. Nell’elenco delle spese fatte passare come necessarie, che però, per l’accusa, sarebbero state a scopo personale, c’è il tour delle capitali europee in compagnia della famiglia – moglie, figlia, cognata, incluso il marito di quest’ultima.
Una tangente di 72 mila euro per favorire la concessione dell’appalto sullo smaltimento del letame equino nel contro sportivo di Montelibretti.
È una delle numerose accuse contestate a Lucio Felicita, ex presidente della Federazione Italiana Pentathlon moderno (Fipm), che rischia di finire sotto processo dopo la chiusura indagine disposta dal pm Mario Palazzi. A pagare la mazzetta tra il 2011 e il 2013 sarebbe stato Alessio Corti, titolare di una serie di società che ottennero, senza passare per bandi pubblici, la gestione del centro ippico, intascando 120mila euro tra plusvalenze e intermediazioni. Di questo denaro ben 79mila e 800euro sarebbero stati guadagnati dall’imprenditore attraverso lo smaltimento del letame dei cavalli.
Felicita e Corti – accusati entrambi di corruzione – avrebbero cercato di mascherare la bustarella nel febbraio del 2013 attraverso la stipula di un contratto dal valore di 72 mila di consulenza per il marketing, voluta dal titolare delle società a nome del presidente. Felicita si deve difendere anche dall’abuso d’ufficio non avendo indetto una gara pubblica per l’assegnazione dell’appalto. La storia della mazzetta – nella ricostruzione della procura, sollecitata a indagare da una denuncia dettagliata dell’avvocato Tommaso Politi, per conto di un appartenente al Fipm - è la punta di un iceberg di una conduzione controversa dei bilanci della federazione. L’ex numero uno del Pentathlon radiato dal Coni nel novembre dello scorso anno, dopo essere rimasto in carica fino al 2013 – avrebbe utilizzato per anni la cassaforte dell’ente pubblico come se fosse il suo bancomat personale, almeno leggendo gli atti dell’inchiesta. Ecco l’elenco delle spese fatte passare come necessarie per lo svolgimento dell’attività di presidente, che però, secondo l’accusa, sarebbero state a scopo personale. C’è il tour delle capitali europee in compagnia della famiglia – moglie, figlia, cognata, incluso il marito di quest’ultima - attingendo il denaro dalle casse della Fipm. Vanno menzionati i voli transoceanici per visitare Pechino e l’isola di Osaka, dove Felicita prenotava alberghi e ristoranti. Luoghi dove l’indagato amava recarsi – secondo il pm – a Natale, Capodanno e Pasqua. Costo del giro per il mondo: 28 mila euro. In questo caso l’accusa è di appropriazione indebita. Tuttavia la procura contesta all’indagato anche le spese per andare a trovare la moglie in Romania. In questo caso il pacchetto comprendente biglietti aerei, pasti, alberghi, interprete, treno sarebbe venuto a costare
119mila euro alla Fipm. L’accusa è sempre di appropriazione indebita. E nella lista dei reati riscontrati dalla procura, c’è anche l’aver convinto la Federazione a prendere in affitto a 7800 euro l’anno per otto anni la sua casa di proprietà a Pesaro, dove però non viveva qualche dirigente federale, ma bensì sua figlia Francesca Felicita. E bisogna ricordare l’assunzione con contratti a tempo determinato di ogni componente della famiglia.
Assunti Contratti per i suoi parenti più stretti