La Lazio e il sogno di diventare il Leicester d’Italia
Il presidente Lotito lo disse dopo il trionfo in Supercoppa: «Scudetto? Perché no». E continua a crederci
Molti lo pensano ma non hanno il coraggio di dirlo, a parte Claudio Lotito: «Scudetto? Perché no» disse il presidente due mesi fa, dopo la conquista della Supercoppa proprio contro la Juve. Eppure la Lazio (nella
foto la festa sull’aereo sabato sera) coltiva il sogno di diventare il Leicester d’Italia.
C’è chi lo sogna ma non ha il coraggio di dirlo apertamente e chi – temendo forse di essere preso in giro – lo sussurra appena: questa Lazio sembra il Leicester di Ranieri. Lotito lo ha dichiarato due mesi fa, il 14 agosto, non casualmente il giorno successivo il trionfo in Supercoppa, quando un’idea del genere sembrava follia allo stato puro benché Inzaghi avesse appena battuto la Juve. Se n’è fregato, il presidente, di chi lo guardava incredulo per tanto ottimismo e anche di chi, a mezza bocca, gli rideva dietro: pensatela come vi pare, io vi dico in faccia tutto ciò che ritengo giusto. Anche che la mia Lazio – perché no? – può vincere lo scudetto.
Lotito non ha cambiato idea. Anzi, quello che all’epoca della Supercoppa sembrava un progetto per gli anni a venire è diventato nella sua mente un traguardo difficile, difficilissimo ma nient’affatto irraggiungibile già adesso. Lo ha ribadito pochi giorni fa nella sua Amatrice, e pazienza se Inzaghi ne ha frenato l’entusiasmo: «Realisticamente mi sembra che la creazione di un altro Leicester in Italia non sia realizzabile».
Il presidente non è tipo che si fa convincere con facilità. Al contrario, più viene contraddetto e più si intestardisce di essere dalla parte giusta. Ma, Lotito a parte, è davvero una
Il calendario È favorevole fino al derby: Cagliari in casa, Benevento e Bologna in trasferta e Udinese all’Olimpico
pazzia pensare che la Lazio – questa Lazio capace di battere due volte la Juve in due mesi, interrompendone l’imbattibilità in casa – possa conquistare lo scudetto, o comunque lottare fino alla fine per riuscirci?
Le prime otto giornate di campionato raccontano che no, non è una pazzia. La Lazio ha vinto sei volte mostrando una solidità, una sicurezza e un’affidabilità decisamente superiori rispetto a tutte le concorrenti, tranne il Napoli. A proposito del quale vale la pena ricordare l’andamento dello scontro diretto all’Olimpico: biancocelesti superiori nel primo tempo e in vantaggio all’intervallo, poi travolti quando perdono tutti assieme tre uomini nel reparto difensivo (Bastos, De Vrij, Basta). Nessuno ovviamente sa come sarebbe finita Lazio-Napoli senza quegli infortuni, però è evidente che gran parte del solco che oggi esiste in classifica tra le due squadre è stato scavato in quel secondo tempo. Perché il resto del percorso biancoceleste è stato netto, se si esclude lo zero a zero alla prima giornata con la Spal quando forse non erano ancora stati smaltiti i brindisi per la Supercoppa.
Il calendario della Lazio, ora, è in discesa fino al derby del 18 novembre, almeno in campionato: Cagliari in casa, doppia trasferta a Bologna e Benevento, quindi Udinese all’Olimpico. Il guaio è che in mezzo ci sono le due gare di Europa League con il Nizza, che potrebbero togliere qualcosa alle gambe e alla testa dei biancocelesti. Perché la squadra è forte, ma la qualità dei rincalzi – in alcuni ruoli – non è paragonabile a quella dei titolari. E alla lunga questo potrebbe incidere nella rincorsa al sogno della Lazio: diventare il Leicester d’Italia.
Il rimpianto Per il secondo tempo contro il Napoli: senza tutti quegli infortuni, la sfida forse non sarebbe finita con una sconfitta