FAVORITI, MA SENZA CANDIDATO
Ultimo nella scelta del candidato, primo nei sondaggi. È ancora una volta il paradosso del centrodestra che, alle prese con la candidatura per la presidenza della Regione Lazio, è al momento lontano dal trovare la quadra.
Con il sostanziale via libera del Pd alla ricandidatura dell’attuale governatore, Nicola Zingaretti, e la vittoria di Roberta Lombardi alle regionarie del M5S, comincia a delinearsi la griglia di prima fila delle elezioni. Come già accaduto anche in Sicilia, il centrodestra tarda però a trovare un candidato gradito a Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Fino a questo momento si è vista tattica mista a colpi di fioretto, con candidature lanciate o sussurrate per sondare l’umore degli alleati. Così è stato per il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, vicino a FdI, per l’ex sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro (FI), per gli imprenditori Aurelio Regina e Luisa Todini, per il presidente della Federnuoto Paolo Barelli. Per motivi diversi, nessuno di loro diventerà probabilmente alfiere dello schieramento. Anche se i sondaggi indicano il centrodestra in avanzata ovunque, è evidente che la scelta del candidato non ammette errori: perché Zingaretti, pur con un Pd in difficoltà, ha lavorato bene; perché la forza della Lombardi, più che dal suo spessore e dalla sua esperienza, deriva – lo ha dimostrato con l’elezione di Raggi a Roma – dal fatto stesso di essere espressione di un movimento antipartitico. Almeno fino a qualche tempo fa.
Ecco perché è evidente che il centrodestra non potrà scegliere un candidato di basso profilo, frutto di una contrattazione al ribasso. E se Giorgia Meloni appare l’unica politica dello schieramento in grado di vincere, altrettanto certo – o almeno assai probabile – è che non abbia intenzione di candidarsi in una fase che prospetta la possibilità di governare o co-governare il Paese dopo le politiche del 2018. Evitando di scendere a scelte di seconda o terza fila in una regione dove il centrodestra in passato non ha dato il meglio di sé – da Storace alla Polverini – appare quasi scontato dover trovare un profilo diverso. Come per Genova, dove il centrodestra ha battuto il centrosinistra grazie al candidato «giusto», il manager Marco Bucci: visione imprenditoriale, esperienza di gestione, indipendenza politica. Sarà bene, dunque, che la maglia di favorito sia affidata ad un profilo elevato, una persona di esperienza adeguata e, soprattutto, in grado di aggregare. Il Lazio non è solo Roma e volerlo governare nella sua complessità non può essere l’avventura di una domenica di primavera.