Tavolo per Roma Comune, Regione e Mise: regia a tre
Oggi il summit Raggi-Calenda-Zingaretti decide chi gestirà i fondi per il rilancio della Capitale
È fissato per le 14.30 il tavolo sul rilancio della Capitale al ministero dello Sviluppo economico. Il Campidoglio porterà progetti per 700 milioni, che solo in parte (300 milioni) è in grado di finanziare con fondi propri. E per la gestione degli interventi spunta l’ipotesi di una cabina di regia a tre: Mise-Comune-Regione.
In Campidoglio si mostrano impassibili. Come se il monito del ministro Carlo Calenda, «non vengano con la lista della spesa», non li riguardasse più di tanto. «Ce l’aveva un po’ con tutti», è la versione che filtra dai corridoi di Palazzo Senatorio alla vigilia del tavolo al Mise sul rilancio della Capitale. Se l’ordine di scuderia è guai ad aizzare polemiche, non si vuole arretrare troppo col rischio di perdere potere negoziale. La task force del Comune capitanata dalla sindaca Raggi si presenterà all’incontro di oggi pomeriggio con progetti per un importo complessivo di 700 milioni. E però, da via Veneto sarebbero propensi a sostenere soltanto le opere cantierabili da subito, ovvero quelle già incardinate nel patto Renzi-Zingaretti finanziato con 2,6 miliardi. Se così fosse, per rientrare nel perimetro del Mise, la giunta M5S porterà una costola del dossier «Fabbrica Roma» che ha tra i suoi asset interventi infrastrutturali pesanti e leggeri. Budget: 300 milioni, già stanziati nella pianificazione quinquennale del bilancio.
Nel frattempo sulla governance, considerato che nessuno dei principali portatori d’interesse si accontenterebbe di un ruolo defilato, spunta l’ipotesi di una cabina di regia a tre: ministero dello Sviluppo economico, Regione e Comune. Sulla falsariga del modello commissariale scelto per l’Expo di Milano, ma non in capo a un unico soggetto. Per via Cristoforo Colombo saranno presenti il governatore Nicola Zingaretti assieme agli assessori Guido Fabiani (Sviluppo economico) e Alessandra Sartore (Bilancio). Dalla Pisana zero indiscrezioni: «Porteremo le carte e parleremo di procedure... C’è già una serie di interventi realizzabili con i 2,6 miliardi ma, come per i 54 milioni destinati ai trasporti, sono fermi perché il Comune non ha ancora inviato i progetti». Oltre ai player istituzionali, al tavolo siederanno rappresentanti dei sindacati e del mondo imprenditoriale. Unindustria, che batterà sul decoro urbano e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, spinge per «spendere quanto prima le risorse già allocate nel patto per il Lazio». Nel documento per la riqualificazione urbana redatto dall’Acer, l’associazione dei costruttori, si sottolinea l’importanza di interventi di housing sociale, tra cui la demolizione e ricostruzione di 16 edifici di proprietà pubblica a Centocelle. Per il settore immobiliare Aspesi pensa a un unico grande progetto, sull’esempio dell’operazione Garibaldi-Porta Nuova a Milano, che potrebbe coinvolgere il quartiere Ostiense con il recupero di spazi dismessi come gli ex Mercati generali: «Una città nella città a ridosso del centro che coniughi residenziale e terzo settore — spiega il presidente, Federico Filippo Oriana — in grado di attrarre investitori internazionali». Per i sindacati, una delle priorità rimane l’emergenza abitativa: «Ci sono 48 mila alloggi Ater e 25 mila del Comune — sottolinea Michele Azzola (Cgil) — che, una volta ristrutturati, potrebbero dare una risposta importante».
Lo scontro Dal Comune progetto da 700 milioni, ma il Mise pensa ai fondi già stanziati dalla Regione