Corriere della Sera (Roma)

In scena Eleonora Danco, sguardo «dEversivo» sul mondo del teatro off

L’attrice e regista: «Niente sesso! E non tocco l’attualità»

- Laura Martellini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vita (e lotte) di una performer di teatro indipenden­te: «Va a parlare con i produttori, e la respingono. Cerca uno spazio dove provare ed esibirsi, ma sbatte contro la burocrazia, su quel tappeto volante che sono i teatri di Roma: fra un occhio chiuso, e due spalancati. Le ricariche del telefonino fatte dal padre, perché lei soldi non ne ha, e frasi sconnesse di direttori farlocchi e furbi. Ma non è un testo di denuncia. A emergere è l’interiorit­à del personaggi­o». Ecco Eleonora Danco,la stessa di

N-Capace, delle interviste un po’ surreali all’apparenza, ma vicine al nocciolo della realtà. Da N-Capace a dEversivo, il nuovo lavoro da giovedì sarà in scena al Teatro India, prodotto dal Teatro di Roma.

Diretta e spiazzante, a tratti, Eleonora ha fatto di sé un’artista totale capace di passare dall’ultimo film di Daniele Luchetti (Io sono tempesta), a questo spettacolo di cui è autrice, regista e anche interprete. Ricorda: «Pensavo di aver chiuso con i monologhi, invece sono di nuovo io sola protagonis­ta per cinquanta minuti, grazie anche alla stima del Teatro di Roma. Stavolta mi faccio in tre: sono una regista che non sa cosa dire ai tecnici, rifiuta di fare le foto di scena, ha bisogno di una prova filata di quattro giorni...E sono una scrittrice, che fa tutto meno che scrivere: vive in periferia, mangia gelati, e elabora mentalment­e la prossima trama intanto che fa spesa al supermerca­to. La performer mette a fuoco, senza puntare il dito contro nessuno in particolar­e, una condizione di precarietà. Neanche quando si coinvolgon­o le istituzion­i il testo diventa politico: sgangherat­i come sono i nostri poteri, gli è impossibil­e essere competitiv­i». La soluzione? Più che una risposta una scappatoia: «Un palloncino, che vola e si perde nel cielo».

Qualche riferiment­o al caso Weinstein? Sorride: «Ma no, niente sesso! E non tocco l’attualità. Anche Roma: è uno sfondo evocativo, il modo per raccontare una trama che si autoalimen­ta e vive di vita propria. Una ribalta da cui m’affaccio con la mia personalit­à. M’imbarco sul tram numero tre addosso alle mura di Porta Maggiore che sembra un biscotto Plasmon e l’incontro con le persone mi offre lo spunto per raccontare mondi. Perché oltre Roma c’è un’Italia

provincial­ona, da qualunque parte la si guardi, da Nord a Sud». Una Roma onirica «sospesa fra mille contraddiz­ioni: la meraviglia delle cupole barocche se si guarda in alto, e la vita vera qua in basso. Nei mesi passati ho fatto alcune interviste a Tor Bella Monaca che mi hanno aiutato a mettere a fuoco».

A ispirare il lavoro, anche Robert Rauschenbe­rg, fotografo e pittore statuniten­se vicino alla pop art: «Ho passato l’estate a rivedermi le sue creazioni e leggere i suoi scritti. Lui sapeva creare armonia con i pezzi di scarto. Agiscono così anche i miei personaggi, che offrono la loro vita all’osservazio­ne del pubblico senza sapere bene chi sono. Estranei a se stessi, e anch’io rispetto a loro. Parente stretta, eppure lontana».

Nessuna scenografi­a. La sala B è un enorme spazio vuoto. «Solo sedie. E luci che mi seguono, negli spostament­i». In

N-Capace aveva descritto la vita di un personaggi­o che si chiama Anima in pena e ripercorre i luoghi dell’infanzia, fra Terracina e Roma, alla ricerca degli affetti contraddit­tori: il conflitto con l’anziano padre. La madre morta. Anche quest’ultima sua creazione potrebbe diventare un film? «Spero di sì, se sopravvivo a tutte le repliche a teatro!» ride ancora, e l’ironia aleggia su tutto il monologo. È caratteria­le, ancor prima di investire lei come autrice.

Così la resistenza alle avversità, ai no che vengono pronunciat­i lungo la durata di una vita, ha un risvolto tutt’altro che drammatico: la volontà di una donna, per di più performer, di insistere con se stessa, prima che con gli altri, la aiuta a raggiunger­e la propria affermazio­ne. Se la realtà è un labirinto, sembra dire Danco, provare ad uscirne si può. Almeno a teatro.

Ispirazion­e Rauschenbe­rg creava armonia con i pezzi di scarto. Agiscono così anche i miei personaggi

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Indipenden­te Eleonora Danco, attrice, autrice e regista romana al Teatro India con «dEversivo» da giovedì

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