In scena Eleonora Danco, sguardo «dEversivo» sul mondo del teatro off
L’attrice e regista: «Niente sesso! E non tocco l’attualità»
Vita (e lotte) di una performer di teatro indipendente: «Va a parlare con i produttori, e la respingono. Cerca uno spazio dove provare ed esibirsi, ma sbatte contro la burocrazia, su quel tappeto volante che sono i teatri di Roma: fra un occhio chiuso, e due spalancati. Le ricariche del telefonino fatte dal padre, perché lei soldi non ne ha, e frasi sconnesse di direttori farlocchi e furbi. Ma non è un testo di denuncia. A emergere è l’interiorità del personaggio». Ecco Eleonora Danco,la stessa di
N-Capace, delle interviste un po’ surreali all’apparenza, ma vicine al nocciolo della realtà. Da N-Capace a dEversivo, il nuovo lavoro da giovedì sarà in scena al Teatro India, prodotto dal Teatro di Roma.
Diretta e spiazzante, a tratti, Eleonora ha fatto di sé un’artista totale capace di passare dall’ultimo film di Daniele Luchetti (Io sono tempesta), a questo spettacolo di cui è autrice, regista e anche interprete. Ricorda: «Pensavo di aver chiuso con i monologhi, invece sono di nuovo io sola protagonista per cinquanta minuti, grazie anche alla stima del Teatro di Roma. Stavolta mi faccio in tre: sono una regista che non sa cosa dire ai tecnici, rifiuta di fare le foto di scena, ha bisogno di una prova filata di quattro giorni...E sono una scrittrice, che fa tutto meno che scrivere: vive in periferia, mangia gelati, e elabora mentalmente la prossima trama intanto che fa spesa al supermercato. La performer mette a fuoco, senza puntare il dito contro nessuno in particolare, una condizione di precarietà. Neanche quando si coinvolgono le istituzioni il testo diventa politico: sgangherati come sono i nostri poteri, gli è impossibile essere competitivi». La soluzione? Più che una risposta una scappatoia: «Un palloncino, che vola e si perde nel cielo».
Qualche riferimento al caso Weinstein? Sorride: «Ma no, niente sesso! E non tocco l’attualità. Anche Roma: è uno sfondo evocativo, il modo per raccontare una trama che si autoalimenta e vive di vita propria. Una ribalta da cui m’affaccio con la mia personalità. M’imbarco sul tram numero tre addosso alle mura di Porta Maggiore che sembra un biscotto Plasmon e l’incontro con le persone mi offre lo spunto per raccontare mondi. Perché oltre Roma c’è un’Italia
provincialona, da qualunque parte la si guardi, da Nord a Sud». Una Roma onirica «sospesa fra mille contraddizioni: la meraviglia delle cupole barocche se si guarda in alto, e la vita vera qua in basso. Nei mesi passati ho fatto alcune interviste a Tor Bella Monaca che mi hanno aiutato a mettere a fuoco».
A ispirare il lavoro, anche Robert Rauschenberg, fotografo e pittore statunitense vicino alla pop art: «Ho passato l’estate a rivedermi le sue creazioni e leggere i suoi scritti. Lui sapeva creare armonia con i pezzi di scarto. Agiscono così anche i miei personaggi, che offrono la loro vita all’osservazione del pubblico senza sapere bene chi sono. Estranei a se stessi, e anch’io rispetto a loro. Parente stretta, eppure lontana».
Nessuna scenografia. La sala B è un enorme spazio vuoto. «Solo sedie. E luci che mi seguono, negli spostamenti». In
N-Capace aveva descritto la vita di un personaggio che si chiama Anima in pena e ripercorre i luoghi dell’infanzia, fra Terracina e Roma, alla ricerca degli affetti contraddittori: il conflitto con l’anziano padre. La madre morta. Anche quest’ultima sua creazione potrebbe diventare un film? «Spero di sì, se sopravvivo a tutte le repliche a teatro!» ride ancora, e l’ironia aleggia su tutto il monologo. È caratteriale, ancor prima di investire lei come autrice.
Così la resistenza alle avversità, ai no che vengono pronunciati lungo la durata di una vita, ha un risvolto tutt’altro che drammatico: la volontà di una donna, per di più performer, di insistere con se stessa, prima che con gli altri, la aiuta a raggiungere la propria affermazione. Se la realtà è un labirinto, sembra dire Danco, provare ad uscirne si può. Almeno a teatro.
Ispirazione Rauschenberg creava armonia con i pezzi di scarto. Agiscono così anche i miei personaggi