Gli 80 anni delle leggi razziali: 1938, la (vergognosa) storia
Alla Casina dei Vallati una mostra a cura della Fondazione Museo della Shoah
L’anniversario è di quelli che ogni paese civile vorrebbe non dover ricordare: gli ottant’anni delle leggi razziali. Invece la memoria, seppur dolorosa, rimane strumento prezioso per una costruzione sensata della storia, dell’identità e del futuro di una nazione. Il significato della mostra 1938 - La
storia realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah alla Casina dei Vallati, a cura di Marcello Pezzetti e Sara Berger, è questo: «Ricordare uno dei momenti più infamanti d’Italia – dice il presidente della Fondazione Mario Venezia – per comprendere come l’azione antiebraica fascista sia stata un colossale tradimento nazionale. Il tradimento di una parte di popolazione che era e si sentiva profondamente italiana, ma dovette pagare la folle colpa “biologica” di avere origini ebraiche».
L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 30 marzo e sarà seguita da una seconda mostra sullo stesso tema, va osservata con occhi attenti, soffermandosi sui tanti fogli ingialliti recuperati da archivi privati, sulla gran mole di foto che testimoniano il peggioramento delle condizioni di vita degli ebrei italiani dopo il 1938, sui manifesti discriminatori e sui documenti ufficiali di un governo che scelse la persecuzione razziale sostenendola con una dottrina di elaborazioni falsamente scientifiche.
«L’allestimento mostra innanzitutto l’integrazione degli ebrei nel paese prima del ’38 – spiega Pezzetti – per far capire con grande durezza il peso delle leggi che li trasformarono da cittadini a perseguitati. Ribalta lo stereotipo di una “legislazione antiebraica all’acqua di rose”, dimostrando che la sua applicazione fu sistematica, profonda e veloce».
Tra i materiali, anche il filmato del discorso di Trieste pronunciato da Mussolini, per la prima volta in versione integrale e digitalizzata. Commovente, infine, il video in cui un gruppo di liceali recitano le 98 disposizioni antiebraiche emanate: dall’interdizione di scuole, palestre, locali e attività commerciali, agli espropri, fino al divieto di villeggiatura.