Corriere della Sera (Roma)

NON È COLPA LORO

Andrea Torre è al Santo Spirito: «La mia macchina è completame­nte distrutta, il Comune mi aiuti»

- Di Fulco Pratesi

Non è colpa loro. I pini domestici o da pinoli (Pinus pinea e non pini marittimi come si crede), sono indiziati sempre più spesso di disastri colposi.

Le ragioni degli incidenti di cui i pini romani sono ritenuti responsabi­li sono legate ad un insieme di ragioni, tutte o quasi derivanti, direttamen­te o indirettam­ente, dalla nostra egemone specie.

Se si consideran­o gli esemplari nati isolati allo stato libero come se ne possono vedere in qualche luogo della Maremma dove la loro diffusione è spontanea, o nelle aree costiere del Portogallo e della Spagna dove sono originari (e da dove sono stati introdotti in Italia da epoche antichissi­me) li si vedrà bassi, tarchiati, con tronchi massicci e una larga chioma o ombrello.

Quando, per ragioni produttive o estetiche li si costringe ad innalzarsi su tronchi esili si crea uno squilibrio tra il peso della chioma e il sistema radicale, il più delle volte privato in vivaio al momento dell’impianto del robusto e resistente fittone, obbligando le radici a espandersi in superficie causando invasioni di pavimentaz­ioni e selciati. Questa, assieme all’anzianità, è la prima causa della loro improvvisa caduta.

Torre, come si è salvato?

«Mi sono gettato di lato, sulla destra. A proteggerm­i, non ditemi come, è stato il mio sedile che ha praticamen­te retto da solo il peso dell’albero. Altrimenti avrebbe schiacciat­o tutto». Chi l’ha tirata fuori dalla macchina?

«I pompieri hanno impiegato pochissimo ad arrivare, poi c’erano anche i vigili urbani. Ma liberarmi era difficile e sono stati attimi tremendi che non potrò dimenticar­e: oltre al tronco, che aveva sfondato l’auto c’erano anche i cavi del tram che erano caduti e avevano avvolto tutto. Mi hanno detto se ce la facevo a tirarmi indietro con il sedile ma era impossibil­e, così mi hanno estratto dal parabrezza proteggend­omi la faccia dai vetri usando una cartellina che avevo in macchina». E adesso cosa accadrà?

«Faccio il tassista da due anni, prima lavoravo per la CocaCola. Avevo deciso di cambiare vita, ho investito tutto nel taxi. Ora non ce l’ho più, assurdo quello che è successo: ho visto il video postato sulle chat dai miei colleghi. Potevamo morire tutti e tre».

Chiederà un risarcimen­to al Comune?

«Quantomeno mi aspetto un aiuto per ricomincia­re a lavorare al più presto. La macchina non c’è più, è irrecupera­bile. E non è certo colpa mia. Per fortuna sono nato con la camicia, come mio padre. Mi sono salvato, e questo è ciò che conta. Ma ogni giorno a Roma cade un albero: prima o poi qualcuno ci lascia la vita».

Ora Andrea può sorridere. Indossa ancora la camicia blu che aveva quando è uscito di casa per salire sul taxi. Al capezzale del tassista ci sono la moglie, i genitori, un paio di nipoti, amici e colleghi. Non parlano che del video, registrato dalla telecamera del taxi che lo seguiva e poi finito su Internet, in cui l’albero si abbatte in un decimo di secondo sulla Megane del quarantenn­e. Sarà acquisito dalla polizia municipale che indaga sul crollo del pino. Immagini choccanti, mai viste prima in episodi analoghi, ma che potranno essere utili questa volta per inchiodare qualcuno alle sue responsabi­lità.

Ho visto un’ombra e d’istinto mi sono tolto. Le turiste gridavano “help me”

Era la seconda corsa della giornata, andavo dall’Hilton a via Veneto

 ?? (foto Proto) ?? Schiacciat­o Il taxi, una Renault Megane, travolto ieri mattina dal pino che è crollato a Prati
(foto Proto) Schiacciat­o Il taxi, una Renault Megane, travolto ieri mattina dal pino che è crollato a Prati

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