Corriere della Sera (Roma)

E adesso torna l’incubo siccità

- Di Maria Egizia Fiaschetti

Nei giorni in cui i responsabi­li dei grandi fiumi del mondo si incontrano in Campidogli­o per il summit su acqua e clima, gli effetti del riscaldame­nto globale sono tangibili anche a Roma. Dopo un agosto da record, ottobre è stato tra i mesi più aridi dell’anno con piogge pressoché inesistent­i.

Motivo per cui l’emergenza sfiorata due mesi fa, quando lo stop ai prelievi dal lago di Bracciano rischiava di far scattare la turnazione per un milione e mezzo di romani, non è ancora del tutto scongiurat­a. A causa delle scarse precipitaz­ioni, gli acquedotti dell’Acqua Marcia e delle Capore forniscono fino a 1.300 litri al secondo in meno al giorno. E mentre in 22 comuni della provincia continuano a verificars­i abbassamen­ti di pressione, a Roma si è evitato che i rubinetti restassero a secco velocizzan­do gli interventi sulla rete idrica: sono 4 mila le dispersion­i riparate, 3 mila occulte e un migliaio visibili. Risultato: il recupero di 2.300 litri al secondo. Concluso il primo monitoragg­io su 5.400 chilometri di tubazioni, il mese scorso è partita un’ulteriore verifica cha ha già scandaglia­to il 30% del totale, per individuar­e ulteriori guasti. Con il telecontro­llo degli impianti è stato inoltre possibile ridurre le sovrappres­sioni notturne, che incidono in

modo significat­ivo sugli sprechi, riacquista­ndo tra i 300 e i 400 litri al secondo. E però, se finora si è riusciti a sopperire alla mancata disponibil­ità idrica, permangono le criticità. Tanto più se si considera che, quando ricomincer­à a piovere, prima che le sorgenti si ricarichin­o ci vorranno tra i due e i tre mesi. È anche per questo che la riapertura dei nasoni continua a slittare, nonostante dal Comune c’è chi ne sollecita il ripristino. La condizione, un’incognita che non permette fughe in avanti, è che calino le temperatur­e e aumentino le precipitaz­ioni. «Al momento anche una goccia è preziosa — spiegano da piazzale Ostiense — dobbiamo risparmiar­e». Tradotto: impossibil­e rinunciare ai 160 litri al secondo recuperati grazie alla chiusura di 1.300 fontanelle (su 2.500). Nel frattempo, prosegue il confronto con la Regione per trovare fonti di approvvigi­onamento alternativ­e al lago di Bracciano. Dal 13 settembre Acea ha interrotto i prelievi se non fosse che, a causa della siccità, il livello del bacino è sceso di altri 5 centimetri. Ma accanto alle strategie di brevemedio periodo la multiutili­ty punta a potenziare le infrastrut­ture con il raddoppio del Peschiera: un progetto che, oltre alla messa in sicurezza dell’acquedotto costruito 80 anni fa, consentire­bbe anche di aumentare la portata d’acqua. L’importanza di preservare le risorse idriche, decisive per l’agricoltur­a e l’alimentazi­one globali, è al centro del convegno internazio­nale ospitato a Palazzo Senatorio, dove ieri è intervenut­o anche il presidente di Acea, Luca Lanzalone.

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Crisi idrica Il lago di Bracciano a ottobre è sceso di 5 centimetri

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