Corriere della Sera (Roma)

Trenitalia pronta a denunciare Atac

Un altro intoppo sulla strada del concordato. «Quei soldi non fanno parte del debito, ma dei flussi di cassa» La municipali­zzata deve 31 milioni per Metrebus. Le Fs: o ce li danno o è appropriaz­ione indebita

- Andrea Arzilli

Nuovo braccio di ferro tra Trenitalia e Atac: la municipali­zzata capitolina deve a Fs 31 milioni relativi agli incassi del biglietti Metrebus, somma già oggetto di sei decreti ingiuntivi. In una lettera inviata ai tre commissari nominati dal tribunale per gestire la procedura di concordato, Trenitalia chiede di essere tenuta fuori dal piano: quei soldi sono flussi di cassa, non debiti, se non ce li restituisc­ono è appropriaz­ione indebita.

C’è debito e debito. E nella lettera inviata ai tre commissari nominati dal tribunale per gestire la procedura di concordato preventivo, Trenitalia specifica che il suo credito da 31 milioni nei confronti di Atac - già oggetto di sei decreti ingiuntivi - «non debba essere incluso nel piano in fase di formazione, ma debba essere soddisfatt­o immediatam­ente» e che, comunque, «non debba essere sottoposto ad alcuna falcidia». La storia è quella dei flussi di cassa sul biglietto Metrebus, una convenzion­e a tre che la municipali­zzata del Campidogli­o ha firmato insieme a Cotral, cioè la Regione, e appunto Trenitalia, ovvero lo Stato. E che Atac ha fin da subito unilateral­mente considerat­o parte integrante del maxi buco da 1,4 miliardi di euro, la voragine che ha risucchiat­o i soldi di 1200 creditori finita sul tavolo del giudice con l'obiettivo di spalmare attraverso un piano di rientro - con riduzione sostanzial­e: 25% — calibrato sulla prolunga del contratto di servizio con Roma Capitale(almeno fino al 2023).

Ma, così come Cotral che ha già reclamato i 62 milioni di euro Metrebus mai entrati nelle sue casse, anche Trenitalia non ci sta a veder sparire nel maxi buco gli 30.873.577,51 euro mai avuti da Atac per vederli ricomparir­e tra sei anni stornati del 25%. E nella lettera c’è il perché: «Non sono crediti corrispett­ivi di servizi prestati, ma sempliceme­nte trasferime­nto di somme delle quali Atac è mera depositari­a provvisori­a». Quindi viene fornito alla municipali­zzata capitolina un prospetto di eventualit­à future, cioè sugli incassi post-concordato, tra le quali quella più nefasta in caso di saldo mancato: l’«appropriaz­ione indebita».

In sostanza è un altro intoppo sul cammino della procedura in tribunale che, entro dopodomani, proprio mentre la città rischia la paralisi per l’ennesimo sciopero, dovrà essere sostenuta dal piano industrial­e di rilancio dell’azienda. Un piano, per altro, comunicato ieri sera ai sindacati dal presidente Atac Paolo Simioni: più ore di lavoro e investimen­ti nel parco mezzi (800 bus e 30 treni per la metro). La mossa di Trenitalia costringe la squadra mista Campidogli­oAtac -tribunale a rifare i conti scorporand­o dal monte degli 1,4 miliardi i flussi di cassa mai corrispost­i a Cotral e Trenitalia. O, al limite, a separare le questioni: congelando i flussi in prospettiv­a di una restituzio­ne, sì, traslata, però integrale. Scrivono i legali di FS in relazione ai 31 milioni: «In primo luogo si invita Atac a provvedere al pagamento di tutte le somme maturate», oppure, «in subordine, di far confluire detti debiti in una “categoria” escludendo qualsiasi ipotesi di falcidia».

Ma visto che i biglietti Metrebus continuano a generare flusso di cassa, c’è anche una questione successiva alla presentazi­one del concordato: che fare dei soldi attualment­e «congelati» dalla procedura? Trenitalia ne chiede il «progressiv­o accantonam­ento» in conto separato, specifica che Atac non ha «legittimaz­ione né all’incasso né al trattenime­nto», prevede, in caso di violazione, l’accusa di appropriaz­ione indebita. E, in più, se la municipali­zzata non dovesse assorbire le richieste ci sarebbe la beffa finale: «Si renderanno necessarie iniziative di disdetta della convenzion­e con conseguent­e grave disagio a carico dell’utenza». Ormai abbastanza abituata, del resto.

Anche dopodomani, infatti, potrebbe essere un altro venerdì di paura: lo sciopero dei Cobas interesser­à bus e tram, la metro, le ferrovie urbane e i servizi Tpl. Due le fasce assicurate: fino alle 8.30, e dalle 17 alle 20. Nel mezzo è il solito rischio caos.

La lettera Si provveda a pagare le somme, altrimenti si configura un profilo di appropriaz­ione indebita Il piano Simioni ai sindacati: in arrivo 800 bus e 30 treni per metro

 ??  ?? Un bus davanti al Colosseo. Il percorso del concordato per salvare Atac si sta rivelando accidentat­o (foto LaPresse)
Un bus davanti al Colosseo. Il percorso del concordato per salvare Atac si sta rivelando accidentat­o (foto LaPresse)

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