Cera licenziato, ipotesi di danni per 250.000 euro
Il direttore marketing allontanato nel 2016, sotto il commissario Tronca. Si parla di 250 mila euro
La Corte dei Conti indaga sul licenziamento di Emilio Cera, direttore del marketing Atac di epoca Marino fino al suo licenziamento a febbraio 2016 durante la gestione del commissario Tronca.
Cera si è visto riconoscere dal giudice del lavoro una cifra pari a 250 mila euro per via della procedura di licenziamento.
Soldi che Atac dovrà dargli in una serie di tranche.
Per la serie piove sul bagnato, Atac dovrà versare 200mila euro al suo ex responsabile del marketing, Emilio Cera.
Manager di (breve) corso della municipalizzata dei trasporti in epoca Marino, licenziato a febbraio 2016 durante l’amministrazione di Francesco Paolo Tronca, Cera ha ottenuto dal giudice del lavoro di vedersi riconosciuti diciotto mesi di stipendio: ne chiedeva 24 di indennità per un’estromissione che considerava ingiusta e ritorsiva. Per un totale di 250mila euro di cui 50mila versati come prima tranche all’epoca del licenziamento. Questa è la premessa. Perché su quest’ultima vicenda, che si è risolta nell’ennesima débacle della municipalizzata, indagano ora i magistrati della Corte dei Conti, ipotizzando il danno erariale. Il fascicolo è stato appena aperto e le indagini stabiliranno chi e come all’interno della pubblica amministrazione sia responsabile della procedura per la risoluzione del contratto del manager.
«C’è un altro signore che si chiama Emilio Cera: dio ce ne scampi e liberi. È responsabile della parte informatica della bigliettazione» disse l’allora assessore ai Trasporti della giunta Marino, il senatore Pd Stefano Esposito. Era ottobre 2015 e il nome di Cera era già dibattuto.
Laureato in ingegneria elettronica nel 1990, entrato in Atac a fine anni Novanta, stipendio di circa 150mila euro l’anno (più i benefit), Cera aveva cumulato diversi incarichi fra i quali la lotta all’evasione e le attività di controllo. Abbondantemente criticato dalla maggioranza di Marino ha resistito però fino all’era del commissari.
Sentenza Il giudice del lavoro gli ha riconosciuto diciotto mesi di stipendio: ne chiedeva 24 Estromesso Criticato dall’ex assessore ai Trasporti, Esposito, viene licenziato da Rettighieri