Lazio club e Vip: siamo indignati
Adesivi antisemiti all’Olimpico, la rabbia di circoli e sostenitori: colpire le mele marce
0Sono tutti indignati, com’è normale che sia. Il popolo della Lazio, anche quello nobile e noto, si ribella all’ultimo scempio razzista. A cominciare da Simone Inzaghi: «Sono deluso perché la società ha sempre messo in pratica azioni contro il razzismo e anche quella di domenica lo. In realtà credo che questi episodi siano riconducibili a poche mele marce, però è giusto che vengano condannati con fermezza». È la stessa valutazione di Giancarlo Governi: «La Lazio è vittima: lo è la società e lo siamo noi tifosi. Io sono un laziale antico e ci tengo al buon nome della mia squadra, che così viene messo in discussione. No, non lo accetto. Sul mio profilo Facebook ho scritto: sono nero, sono ebreo e sono anche laziale. Il club ha reagito nel modo migliore: bene ha fatto Lotito a recarsi in Sinagoga e meravigliosa è l’idea di scendere in campo con la maglia di Anna Frank in occasione della partita di Bologna. Il guaio è che non è facile nemmeno accorgersi di determinate situazioni. Non è un coro, non è uno striscione, ma adesivi attaccati di nascosto: come li vedi mentre lo fanno?».
Anna Falchi, come Inzaghi, ritiene che il razzismo non sia diffuso, ma purtroppo si prende grande spazio: «Sono profondamente rattristata, perché questa gente continua a macchiare l’immagine della Lazio a livello internazionale. Non generalizziamo, sono pochi i responsabili, è una nicchia, ma è sufficiente a farci fare una figura meschina. Mi sono convinta che abbiano tratto spunto da una notizia disgustosa che ho letto qualche giorno fa: su Internet vendevano abiti di Anna Frank per Halloween. Credo che questo possa avere ispirato il gesto terribile che hanno compiuto domenica. Si meritano una punizione che abbia continuità nel tempo».
E anche Giampiero Galeazzi manifesta la sua profonda rabbia: «Sono sconvolto: ogni volta la Lazio ci ricasca con questi clandestini del tifo. Sì, perché quelli non sono tifosi, non sono tanti ma purtroppo fanno un sacco di rumore». «Ciò che emerge da questa situazione è la totale mancanza di cultura - dice Augusto Sciscione, del Lazio club Terracina - E poi è possibile che siamo circondati dalle telecamere, nei supermercati, nei bagni, ovunque, ma non si riesce a piazzarle negli stadi? Evidentemente non c’è voglia di farlo. Quelli che hanno attaccato gli adesivi lo hanno fatto per spirito di emulazione in ricordo di tempi lontanissimi, ma senza conoscere la storia e in questo senso c’è ancora molto da fare. Noi, in accordo con la Lazio, abbiamo promosso un’iniziativa nelle scuole del territorio: con un tema anti razzista si porta la classe allo stadio».
Reazioni Giancarlo Governi: «Sono nero, ebreo e laziale». Anna Falchi: «Tristezza infinita»