Corriere della Sera (Roma)

Lazio club e Vip: siamo indignati

Adesivi antisemiti all’Olimpico, la rabbia di circoli e sostenitor­i: colpire le mele marce

- Stefano Agresti

0Sono tutti indignati, com’è normale che sia. Il popolo della Lazio, anche quello nobile e noto, si ribella all’ultimo scempio razzista. A cominciare da Simone Inzaghi: «Sono deluso perché la società ha sempre messo in pratica azioni contro il razzismo e anche quella di domenica lo. In realtà credo che questi episodi siano riconducib­ili a poche mele marce, però è giusto che vengano condannati con fermezza». È la stessa valutazion­e di Giancarlo Governi: «La Lazio è vittima: lo è la società e lo siamo noi tifosi. Io sono un laziale antico e ci tengo al buon nome della mia squadra, che così viene messo in discussion­e. No, non lo accetto. Sul mio profilo Facebook ho scritto: sono nero, sono ebreo e sono anche laziale. Il club ha reagito nel modo migliore: bene ha fatto Lotito a recarsi in Sinagoga e meraviglio­sa è l’idea di scendere in campo con la maglia di Anna Frank in occasione della partita di Bologna. Il guaio è che non è facile nemmeno accorgersi di determinat­e situazioni. Non è un coro, non è uno striscione, ma adesivi attaccati di nascosto: come li vedi mentre lo fanno?».

Anna Falchi, come Inzaghi, ritiene che il razzismo non sia diffuso, ma purtroppo si prende grande spazio: «Sono profondame­nte rattristat­a, perché questa gente continua a macchiare l’immagine della Lazio a livello internazio­nale. Non generalizz­iamo, sono pochi i responsabi­li, è una nicchia, ma è sufficient­e a farci fare una figura meschina. Mi sono convinta che abbiano tratto spunto da una notizia disgustosa che ho letto qualche giorno fa: su Internet vendevano abiti di Anna Frank per Halloween. Credo che questo possa avere ispirato il gesto terribile che hanno compiuto domenica. Si meritano una punizione che abbia continuità nel tempo».

E anche Giampiero Galeazzi manifesta la sua profonda rabbia: «Sono sconvolto: ogni volta la Lazio ci ricasca con questi clandestin­i del tifo. Sì, perché quelli non sono tifosi, non sono tanti ma purtroppo fanno un sacco di rumore». «Ciò che emerge da questa situazione è la totale mancanza di cultura - dice Augusto Sciscione, del Lazio club Terracina - E poi è possibile che siamo circondati dalle telecamere, nei supermerca­ti, nei bagni, ovunque, ma non si riesce a piazzarle negli stadi? Evidenteme­nte non c’è voglia di farlo. Quelli che hanno attaccato gli adesivi lo hanno fatto per spirito di emulazione in ricordo di tempi lontanissi­mi, ma senza conoscere la storia e in questo senso c’è ancora molto da fare. Noi, in accordo con la Lazio, abbiamo promosso un’iniziativa nelle scuole del territorio: con un tema anti razzista si porta la classe allo stadio».

Reazioni Giancarlo Governi: «Sono nero, ebreo e laziale». Anna Falchi: «Tristezza infinita»

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Curva Sud L’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma e altri adesivi antisemiti lasciati dagli ultrà laziali

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