Corriere della Sera (Roma)

IL CINEMA PROFUMA DI MONDO

- Di Camilla Baresani

«La verità è che i milanesi non si sentono lombardi. Sono abituati a misurarsi con l’Europa», dice Philippe Daverio. Io Milano la adoro, e vivendo a Roma ogni giorno mi manca, mi manca proprio quella sua medietà europea, quel suo sentirsi altrove, quel suo semi ordine e la sua semi bellezza. A Roma sono perennemen­te indignata dalla spazzatura, dal verde pubblico inselvaggi­to, dall’assenza di scivoli ai marciapied­i, dai cittadini menefreghi­sti e... e però basta con questa lista sempre uguale, basta almeno durante la Festa del Cinema, dimentichi­amo le nequizie nella settimana magica in cui Roma si fa non europea ma mondiale, e nei palazzi, come in quello della Civiltà Italiana brandizzat­o Fendi, si svolgono feste altrove inimmagina­bili, e i più famosi registi del mondo mangiano polpette a casa del più famoso regista italiano, e i lussi sibaritici romani finalmente profumano di mondo, non di suburra. Sembrava che questa Festa del Cinema criticatis­sima «Riparino prima le buche!» dovesse essere soppressa: lo si è detto dopo Veltroni, e poi dopo Alemanno, e figuriamoc­i dopo Marino, per non dire adesso con i punitivi grillini che guai se te la godi, bisogna prima indire una gara. Invece la Festa continua, dal 2015, con l’esperta Piera Detassis presidente, c’è a dirigerla l’uomo giusto al posto giusto, quell’Antonio Monda gran camerlengo delle culture e miscelator­e di talenti, e insomma, buongiorno sognatori e spettatori, da oggi tutti al cinema, a tener alto l’orgoglio romano.

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