L’audio e i fiori nel Tevere: Lotito, un altro giorno da incubo
È stata una giornata difficilissima per Claudio Lotito: il caso Anna Frank, che ha cercato di smussare martedì con la visita alla Sinagoga, d’improvviso gli si è rivoltato contro anche sul piano personale. Colpa soprattutto di quella frase, «Famo ‘sta sceneggiata», che ha pronunciato lunedì sera sul volo Milano-Roma e che ieri è diventata di dominio pubblico. Il presidente della Lazio prima ha negato di averla pronunciata poi, quando è spuntata la registrazione del «Messaggero», ha assunto una posizione differente: «Non ho mai smentito e mai dichiarato». Di sicuro non pensava che il suo mercoledì fosse peggiore del giorno precedente, quando si era impegnato affinché la sua società uscisse dignitosamente da questa storia vergognosa. Nel pomeriggio Lotito era fuori di sé. «Ora basta, è l’ora di farla finita: denuncio tutti». Il tono della voce era altissimo, chiaro segnale di quanto fosse alterato. Si è reso conto che, se fino a quel momento tutto poteva essere in qualche modo spiegato nel comportamento suo e della Lazio, quella frase complicava la situazione. Difficile uscirne, se non attraverso la furibonda (e generica) minaccia di rivolgersi alla magistratura e di ricorrere alle querele: «Non si può andare avanti così, chiederò i danni a tutti». Un classico. Il fatto è che Lotito si sente accusato ingiustamente. Ritiene di avere sempre fatto il massimo per combattere i tifosi violenti e lo ha raccontato dopo l’episodio di domenica in curva Sud, ricordando le liti, le battaglie, la scorta che lo accompagna. E ha elencato pure le iniziative che ha portato avanti negli ultimi anni, le magliette antirazzismo e quelle contro la mafia. Poi, la frase sull’aereo. Che fa passare in secondo piano anche l’arrabbiatura di Lotito perché gli è stato attribuito un biglietto, appeso alla corona di fiori depositato in Sinagoga, con un grave errore di italiano: «Hai fratelli ebrei, da Claudio». Quel Claudio non sapeva chi fosse, sosteneva indignato lui che ama fare sfoggio della sua cultura classica. Quasi un dettaglio, in confronto alla sceneggiata.