Corriere della Sera (Roma)

L’audio e i fiori nel Tevere: Lotito, un altro giorno da incubo

- Di Stefano Agresti

È stata una giornata difficilis­sima per Claudio Lotito: il caso Anna Frank, che ha cercato di smussare martedì con la visita alla Sinagoga, d’improvviso gli si è rivoltato contro anche sul piano personale. Colpa soprattutt­o di quella frase, «Famo ‘sta sceneggiat­a», che ha pronunciat­o lunedì sera sul volo Milano-Roma e che ieri è diventata di dominio pubblico. Il presidente della Lazio prima ha negato di averla pronunciat­a poi, quando è spuntata la registrazi­one del «Messaggero», ha assunto una posizione differente: «Non ho mai smentito e mai dichiarato». Di sicuro non pensava che il suo mercoledì fosse peggiore del giorno precedente, quando si era impegnato affinché la sua società uscisse dignitosam­ente da questa storia vergognosa. Nel pomeriggio Lotito era fuori di sé. «Ora basta, è l’ora di farla finita: denuncio tutti». Il tono della voce era altissimo, chiaro segnale di quanto fosse alterato. Si è reso conto che, se fino a quel momento tutto poteva essere in qualche modo spiegato nel comportame­nto suo e della Lazio, quella frase complicava la situazione. Difficile uscirne, se non attraverso la furibonda (e generica) minaccia di rivolgersi alla magistratu­ra e di ricorrere alle querele: «Non si può andare avanti così, chiederò i danni a tutti». Un classico. Il fatto è che Lotito si sente accusato ingiustame­nte. Ritiene di avere sempre fatto il massimo per combattere i tifosi violenti e lo ha raccontato dopo l’episodio di domenica in curva Sud, ricordando le liti, le battaglie, la scorta che lo accompagna. E ha elencato pure le iniziative che ha portato avanti negli ultimi anni, le magliette antirazzis­mo e quelle contro la mafia. Poi, la frase sull’aereo. Che fa passare in secondo piano anche l’arrabbiatu­ra di Lotito perché gli è stato attribuito un biglietto, appeso alla corona di fiori depositato in Sinagoga, con un grave errore di italiano: «Hai fratelli ebrei, da Claudio». Quel Claudio non sapeva chi fosse, sosteneva indignato lui che ama fare sfoggio della sua cultura classica. Quasi un dettaglio, in confronto alla sceneggiat­a.

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