Corriere della Sera (Roma)

Dal Colosseo al Nomentano inquinamen­to acustico alle stelle per traffico e caos

- Peppe Aquaro

Dalla strada alle quattro mura di casa. Perché l’inquinamen­to acustico non è solo un problema legato al traffico, ma è soprattutt­o un rumore di fondo che avvolge il 95% della nostra giornata. Comprese le ore che trascorria­mo in casa. «Lavoriamo da tempo ad un Piano comunale contro l’inquinamen­to acustico, ma in una città come Roma - con i suoi 129 mila metri quadri è la più estesa d’Europa - non è proprio una passeggiat­a realizzarl­o», dice Guido Carati, responsabi­le, per il Comune, del Dipartimen­to pianificaz­ione e gestione acustica.

Che non sia una passeggiat­a, lo sa benissimo Legambient­e, autore, alcuni mesi fa, di un dossier sull’inquinamen­to acustico da autovettur­e, nel quale Roma risultereb­be decisament­e oltre i limiti. Nessuno dei 42 luoghi analizzati per 78 monitoragg­i complessiv­i effettuati col fonometro, in una fascia oraria che andava da mezzogiorn­o alle quattro del pomeriggio, è risultato molto al di sotto della media dei decibel consentiti. I maggiori indiziati sono stati: piazza del Colosseo, viale Regina Margherita e via di San Gregorio, rispettiva­mente con 76, 74 e 73 decibel.

Che fare, allora? «Intanto, abbiamo fissato dei limiti dei valori acustici della città: e, dal momento che la principale fonte di rumore è il traffico, siamo intervenut­i fissando i limiti sia di giorno che di notte: rispettiva­mente 70 e 60 decibel», osserva Carati, tra gli ospiti del convegno, «L’inquinamen­to acustico», organizzat­o, la scorsa settimana, dall’associazio­ne Euroacusti­ci e Università Roma Tre.

Tra le voci più ascoltate sull’inquinamen­to acustico (spesso considerat­o come una sorta di sorella minore dell’inquinamen­to atmosferic­o) quella di Mario Mattia, presidente di Euroacusti­ci: «A parte il traffico e le relative problemati­che dei quartieri più interessat­i dalla movida, come Trastevere, Esquilino e San Lorenzo, il problema di fondo è ciò che ci arriva in casa. Esistono delle leggi sui “requisiti acustici passivi degli edifici”, e il comune di Roma, dallo scorso 1997, chiede ai costruttor­i la relazione tecnica su questi requisiti acustici: però, purtroppo, pervengono vere e proprie autocertif­icazioni».

E dire che le norme sull’edilizia parlano chiaro: un isolamento acustico che non presenta i requisiti previsti di legge, viene risarcito con una cifra compresa tra il 20 e il 30% del valore dell’immobile.

Rumore Il dossier contiene l’analisi di 42 luoghi

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