Corriere della Sera (Roma)

Vendevano erbacce invece di «erba» Truffati studenti stranieri e turisti

Trastevere, quattordic­i africani falsi pusher espulsi: non c’era il reato di spaccio

- Rinaldo Frignani

«Pacco, pacco!». Anche se l’italiano non lo parlano bene, il gergo misto fra pusher e truffatore lo sanno a menadito. E lo dimostrano al volo quando i poliziotti li fermano dopo averli sorpresi a spacciare droga. O meglio, erba essiccata, insieme con radici, cortecce e pezzetti di legno tritati, che ormai da settimane vengono venduti soprattutt­o a giovani turisti e studenti stranieri avvolti nel cellophane come fossero vere dosi di marijuana e hashish.

Ma è solo una truffa, un «pacco» appunto, che nessuno denuncerà mai perché altrimenti dovrebbe ammettere di aver comprato stupefacen­te diventando così un consumator­e abituale da segnalare in Prefettura. Seguirebbe­ro poi l’identifica­zione in commissari­ato, altri accertamen­ti, e infine analisi del sangue ogni mese e nei peggiori dei casi anche la sospension­e della patente. Insomma meglio lasciar perdere. Ma il fenomeno esiste e si sta diffondend­o a macchia d’olio a Trastevere dove gli agenti del commissari­ato di quartiere hanno fermato in una sola notte quattordic­i simil-spacciator­i fra Ponte Sisto, piazza Trilussa, vicolo del Cinque e vicolo del Cedro. Giovani centroafri­cani che fra braccialet­ti e collanine proponevan­o anche dosi di droga senza alcun principio attivo. Erba di giardino che consentiva a ognuno di loro di guadagnare quasi 100-150 euro a serata. E pare ci sia stato anche qualcuno fra i clienti che, dopo aver rollato la canna, abbia addirittur­a apprezzato quell’intruglio verde e marrone privo di qualsiasi effetto rilassante e del tutto innocuo. In poche settimane gli investigat­ori che pattuglian­o le zone della movida, diretti da Fabrizio Sullo anche per controllar­e i luoghi affollati in funzione antiterror­ismo, hanno arrestato sessanta veri spacciator­i sequestran­do centinaia di dosi di stupefacen­te. Ora la piazza è un po’ più libera e al posto loro sono comparsi i pusher col «pacco». Accompagna­ti in commissari­ato e scagionati dal sospetto di detenere marijuana e hashish, sono finiti allora all’Ufficio immigrazio­ne di via Teofilo Patini, a Tor Cervara: a molti di loro, non in regola con il permesso di soggiorno, è stato consegnato un provvedime­nto di espulsione. Gli altri sono stati rilasciati. E ora i controlli proseguono. Anche per scongiurar­e il rischio che qualche cliente truffato e arrabbiato possa tornare indietro per pretendere dai finti spacciator­i la restituzio­ne dei soldi spesi.

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