Vendevano erbacce invece di «erba» Truffati studenti stranieri e turisti
Trastevere, quattordici africani falsi pusher espulsi: non c’era il reato di spaccio
«Pacco, pacco!». Anche se l’italiano non lo parlano bene, il gergo misto fra pusher e truffatore lo sanno a menadito. E lo dimostrano al volo quando i poliziotti li fermano dopo averli sorpresi a spacciare droga. O meglio, erba essiccata, insieme con radici, cortecce e pezzetti di legno tritati, che ormai da settimane vengono venduti soprattutto a giovani turisti e studenti stranieri avvolti nel cellophane come fossero vere dosi di marijuana e hashish.
Ma è solo una truffa, un «pacco» appunto, che nessuno denuncerà mai perché altrimenti dovrebbe ammettere di aver comprato stupefacente diventando così un consumatore abituale da segnalare in Prefettura. Seguirebbero poi l’identificazione in commissariato, altri accertamenti, e infine analisi del sangue ogni mese e nei peggiori dei casi anche la sospensione della patente. Insomma meglio lasciar perdere. Ma il fenomeno esiste e si sta diffondendo a macchia d’olio a Trastevere dove gli agenti del commissariato di quartiere hanno fermato in una sola notte quattordici simil-spacciatori fra Ponte Sisto, piazza Trilussa, vicolo del Cinque e vicolo del Cedro. Giovani centroafricani che fra braccialetti e collanine proponevano anche dosi di droga senza alcun principio attivo. Erba di giardino che consentiva a ognuno di loro di guadagnare quasi 100-150 euro a serata. E pare ci sia stato anche qualcuno fra i clienti che, dopo aver rollato la canna, abbia addirittura apprezzato quell’intruglio verde e marrone privo di qualsiasi effetto rilassante e del tutto innocuo. In poche settimane gli investigatori che pattugliano le zone della movida, diretti da Fabrizio Sullo anche per controllare i luoghi affollati in funzione antiterrorismo, hanno arrestato sessanta veri spacciatori sequestrando centinaia di dosi di stupefacente. Ora la piazza è un po’ più libera e al posto loro sono comparsi i pusher col «pacco». Accompagnati in commissariato e scagionati dal sospetto di detenere marijuana e hashish, sono finiti allora all’Ufficio immigrazione di via Teofilo Patini, a Tor Cervara: a molti di loro, non in regola con il permesso di soggiorno, è stato consegnato un provvedimento di espulsione. Gli altri sono stati rilasciati. E ora i controlli proseguono. Anche per scongiurare il rischio che qualche cliente truffato e arrabbiato possa tornare indietro per pretendere dai finti spacciatori la restituzione dei soldi spesi.