Corriere della Sera (Roma)

Abbattuti gli alberi «anziani» di Prati

L’operazione-sicurezza comincia da piazza Monte Grappa, vicino a Rai e Convitto nazionale

- Manuela Pelati mpelati@corriere.it

Non solo tronchi inclinati, rami pendenti e chiome pesanti. La valutazion­e del rischio caduta per i pini grossi e alti più di 20 metri si è estesa all’età dell’albero. Adesso i pini dai 70 ai 100 anni rientrano in classe D, che significa «a rischio schianto». La scala di cinque passaggi dalla A alla D prevede anche D1 per tagli e potature. Ma la D si riferisce a «caduta imminente».

Al via gli abbattimen­ti dei pini anziani, che quindi da ieri vengono effettuati a prescinder­e dai segni evidenti di malattie o di radici instabili.

I primi tre sono stati tagliati in mattinata in piazza Monte Grappa, davanti al liceo Convitto, dove il 23 settembre un grosso pino è crollato su viale Mazzini alle dieci di sera. Per fortuna senza ferire nessuno. Oggi saranno abbattuti altri due o tre pini nella stessa area.

Bisogna limitare le cadute improvvise e quindi si procede anche con i tagli degli alberi giunti a fine vita, a prescinder­e dal fatto se mostrino o no cedimenti importanti. Per ora l’intervento si effettua dove già ci sono state altre cadute.

La zona di Prati e l’area del Gianicolo tra via Dandolo, via Trenta Aprile e viale Glorioso sono le prime individuat­e nel I Municipio per gli interventi urgenti previsti dall’«appaltone» da 3,5 milioni di euro che copre l’intera città. Partito lo scorso luglio per il monitoragg­io, la cura e l’eventuale abbattimen­to di 82mila alberature su 330mila in tutta Roma, adesso viene esteso agli alberi anziani.

Tra i 15mila alberi monitorati in tre mesi nell’area del centro storico, dove ne erano stati individuat­i 8.200 a rischio, i quasi 300 da abbattere saranno quindi di più.

Dopo lo schianto improvviso di lunedì scorso del grosso pino sul taxi fermo al semaforo in piazza delle Cinque Giornate, il pericolo caduta infatti mostra insidie. Le radici di quel gigante che crollando ha mandato all’ospedale il conducente dell’auto bianca e spaventato terribilme­nte le due passeggere e gli automobili­sti che si trovavano in careggiata, non mostravano instabilit­à, né l’albero era pendente o malato. Incredibil­mente in piedi, il pino era solo appoggiato al suolo. Aveva l’apparato radicale che non scendeva più di un metro nel terreno, ma non si vedeva. Nessuno degli addetti che lo hanno monitorato ha avuto il sospetto dell’instabilit­à. Inoltre la chioma era perfetta», spiegano i tecnici.

«Le radici non si possono controllar­e facilmente — spiegano gli agronomi — Come si fa a rompere strade e marciapied­i per vedere come aderisce un albero al suolo?».

Sono già centinaia o forse migliaia gli alberi sui quali i tecnici hanno messo la X che significa «da abbattere», mentre la O indica «da potare». Ma potrebbero aumentare, come del resto anche le proteste degli amanti della natura. Una donna la settimana scorsa si è legata a un albero di viale Mazzini per impedire l’abbattimen­to di due pioppi.

Ma per prevenire il rischio caduta alberi il lavoro è appena cominciato. E durerà almeno due o tre anni.

Taxi Il pino che si è schiantato sull’«auto bianca» non sembrava pericoloso

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