Spizzichino, baby Primavera a segno contro il razzismo
Certo, sottolineare il credo religioso in un pezzo di sport è triste. Però, purtroppo, indicativo dei tempi. Del resto da giorni si parla e si scrive di due universi paralleli e, così appariva dalle cronache, del tutto inconciliabili: la Lazio da una parte e la Comunità ebraica dall’altra, tra di loro solo le accuse per la «sceneggiata» e, poi, le corone di fiori volate nel Tevere. Inutile parlare delle bestie senza colori che fanno cose bestiali quando si ritrovano in branco, spesso allo stadio. Invece, potenza del calcio, ieri si esultava sia a Formello sia al Ghetto per il gol - il terzo nell’1-3 finale - servito alla Lazio primavera per sbancare Vinovo, casaJuventus. È che Giorgio Spizzichino ( foto) goleador di giornata con un cross finito in rete per caso ma, forse, non a caso -, rappresenta un punto di contatto su cui oggi non si può sorvolare. Perché quel gol vale un messaggio di speranza. E non è un caso che sia stato un ragazzo, classe ‘99 , a inviarlo: la religione ebraica e la Lazio non sono affatto realtà inconciliabili come un orrido adesivo voleva far apparire. E nemmeno complementari, semplicemente un cosa non riguarda l’altra. Così come per l’antisemitismo esiste solo un copyrightidiozia. Da anni negli spogliatoi di Formello convivono musulmani e cattolici, serbi e bosniaci, croati e albanesi in un impasto di nazionalità e religioni. A quei ragazzi, e a Giorgio, importa solo di giocare.