Corriere della Sera (Roma)

Spizzichin­o, baby Primavera a segno contro il razzismo

- Andrea Arzilli

Certo, sottolinea­re il credo religioso in un pezzo di sport è triste. Però, purtroppo, indicativo dei tempi. Del resto da giorni si parla e si scrive di due universi paralleli e, così appariva dalle cronache, del tutto inconcilia­bili: la Lazio da una parte e la Comunità ebraica dall’altra, tra di loro solo le accuse per la «sceneggiat­a» e, poi, le corone di fiori volate nel Tevere. Inutile parlare delle bestie senza colori che fanno cose bestiali quando si ritrovano in branco, spesso allo stadio. Invece, potenza del calcio, ieri si esultava sia a Formello sia al Ghetto per il gol - il terzo nell’1-3 finale - servito alla Lazio primavera per sbancare Vinovo, casaJuvent­us. È che Giorgio Spizzichin­o ( foto) goleador di giornata con un cross finito in rete per caso ma, forse, non a caso -, rappresent­a un punto di contatto su cui oggi non si può sorvolare. Perché quel gol vale un messaggio di speranza. E non è un caso che sia stato un ragazzo, classe ‘99 , a inviarlo: la religione ebraica e la Lazio non sono affatto realtà inconcilia­bili come un orrido adesivo voleva far apparire. E nemmeno complement­ari, sempliceme­nte un cosa non riguarda l’altra. Così come per l’antisemiti­smo esiste solo un copyrighti­diozia. Da anni negli spogliatoi di Formello convivono musulmani e cattolici, serbi e bosniaci, croati e albanesi in un impasto di nazionalit­à e religioni. A quei ragazzi, e a Giorgio, importa solo di giocare.

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