Sergio Cammariere riceve un premio per il video a cartoni
«Nel piano è racchiusa la mia vita di uomo e musicista. Ho iniziato da bambino a suonare, ho avuto il dono dell’orecchio assoluto! Poi la mia carriera ha preso un’altra via: il teatro, le colonne sonore, il festival di Sanremo. Ora torno alla mia prima passione, grazie anche a un invito che mi rivolse Maria Sole Tognazzi sul set di
Ritratto di mio padre: “Perché non registri un disco solo piano?”.
Era il 2010, sono passati sette anni, e adesso Sergio Cammariere esce con un disco, Piano, che raccoglie sedici inediti dove le melodie si fanno parola, a raccontare passaggi intimi dell’artista. Al lavoro è legato il videoclip a cartoni con la regia di Cosimo Damiano Damato, Dalla
pace del mare lontano (brano del 2010) dove il musicista figura nelle vesti di Noè, e ogni creatura ricorda un cantautore italiano: Paoli il gatto, Guccini l’orso, Lauzi la tartaruga. Il lavoro sarà premiato oggi all’Auditorium, alle 17.30 alla Lazio Film Commission, nell’ambito della Festa del Cinema.
Spiega l’artista a proposito di Piano, uscito ieri: «Un’esperienza quasi spirituale. Con il mio strumento sono una specie di chiaroveggente che trasmette dolcezza e profondità». Dal minimalismo sperimentale al blues, dalla canzone al jazz. «Al piano compongo» aggiunge Cammariere. Che regala un’altra accezione a quel nome, che si fa avverbio: andare piano, suonare piano. Ricorda: «Nella mia vita non ho mai avuto fretta: sono brasiliano dentro! Io so aspettare. Vivo in solitudine, in una casa piena di note e ricordi, ascoltando musica e suonando. Quasi un sacerdote». Da talent e giudici si tiene a distanza: «Sono una pagliacciata. Il musicista deve formarsi con le proprie forze. Oggi c’è poca propensione al sacrificio. Basta poco, e i giovani si sentono arrivati. Io sono un esempio di speranza, di accanimento, e della forza di credere ai propri sogni». Fra i suoi lavori/passioni, un libro con i versi di Alda Merini: «Per Multifilter, mito e memoria del padre nella canzone eseguo il brano Parole per Giulia. Quel nome vuol dire speranza. In Spagna tutti lo cantano».