Stadio Flaminio, 43 milioni per salvarlo
I soldi dovrebbero arrivare dall’accordo con Cassa Depositi e Prestiti ma «da gennaio in Campidoglio è tutto fermo» Accusa del Municipio: fondi a rischio per l’inerzia del Comune. Montuori: no, soluzione in un mese
Quarantatré milioni e una variante di piano regolatore sui quali sembra esserci un giallo. Servirebbero (anche) per recuperare - anzi per salvare - lo stadio Flaminio. Sono quelli che dovrebbero arrivare dall’accordo con Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione di 250 appartamenti, un albergo di 5 mila metri quadri e 2 mila metri quadri di servizi per il quartiere nella ex caserma di via Guido Reni. Ma il Municipio accusa: l’inerzia del Comune può far saltare tutto.
Quarantatré milioni di euro per recuperare - anzi per salvare - lo stadio Flaminio. Sono quelli che dovrebbero arrivare dall’accordo con Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione di 250 appartamenti, un albergo di 5 mila metri quadri e 2 mila metri quadri di servizi per il quartiere nella ex caserma di via Guido Reni. «Il permesso a costruire in seguito alla variante di Piano Regolatore - afferma l’assessore ai Lavori pubblici del II municipio Gian Paolo Giovannelli - prevede il versamento nelle casse comunali di ben 43 milioni di euro come oneri aggiuntivi oltre gli oneri concessori già previsti. E la proposta che noi lanciamo con la Giunta municipale è di utilizzare questa ingente somma per il recupero dello stadio Flaminio e delle zone limitrofe che attualmente sono nel degrado più totale. È un’opera realizzata da Pier Luigi e Antonio Nervi - aggiunge - della quale tutti parlano, ma per il cui recupero finora non si è fatto nulla».
Secondo l’assessore Giovannelli lo stadio «ormai rischia di crollare», bisogna fare perciò presto con gli interventi, che in un prossimo futuro potrebbero dare al quartiere un centro sportivo polifunzionale con piscina e numerose palestre,dalla scherma al pugilato. Una struttura nell’abbandono più totale per il salvataggio della quale ai primi di agosto di quest’anno si era mossa anche la Getty Foundation di Los Angeles con un assegno di 180 mila dollari per sviluppare un piano di conservazione dello stadio: la domanda era stata presentata dal Dipartimento di Ingegneria strutturale e geotecnica dell’università La Sapienza in accordo con Roma Capitale. Quarantatré milioni e una variante di piano regolatore sui quali sembra esserci un giallo. «La Conferenza dei servizi - aggiunge Gian Paolo Giovannelli - si è conclusa il 3 gennaio. Da allora non sappiamo più nulla di concreto. Quindi noi con le associazioni di quartiere denunciamo questa sorta di inerzia dell’amministrazione comunale che oltre a non fare proseguire l’iter delle opere previste, non consente di realizzare neppure le opere pubbliche, come gli spazi verdi all’interno delle caserme ed un percorso pedonale da viale del Vignola fino a piazza Mancini. E ci sono anche i servizi per il quartiere: gli spazi destinati alle associazioni e una biblioteca polifunzionale. Per non parlare del fatto conclude - che con l’inerzia del Campidoglio si rischiano di perdere questi 43 milioni perché Cassa Depositi e Prestiti alla fine si potrebbe ritirare dall’intervento». L’ultima lettera con cui la presidente del II Municipio Francesca Del Bello chiede un incontro all’assessore all’Urbanistica Luca Montuori risale a un mese fa, il 25 settembre: là si ricorda anche che «il progetto è scaturito anche dal processo di partecipazione indetto dal Comune al quale hanno aderito numerose associazioni di quartiere». L’incontro ancora non c’è stato ma «ho parlato con Montuori e ci ha promesso che entro la fine dell’anno verrà approvata la variante al Piano regolatore che darà l’avvio al programma di interventi sulla caserma di via Guido Reni - afferma a sua volta la presidente Francesca Del Bello -. Ho comunque chiesto però un incontro prima di quella data per discutere degli oneri concessori. Noi vorremmo che fossero utilizzati nel territorio, finalizzati non solo al recupero dello Stadio Flaminio, estremamente
urgente, per il quale servono all’incirca 11 milioni secondo le ultime stime, ma alla bonifica di tutta l’area circostante e alla valorizzazione della strada che va dall’Auditorium al ponte della Musica riprendendo il progetto di Renzo Piano».
Per questa «Città della Scienza» secondo la delibera approvata dalla Giunta di Ignazio Marino, è risultato vincitore lo studio «015 Viganò» di Milano. Ma nella Conferenza di servizi che ha dato il via libera è proprio la «Scienza» che sembra essere sparita. «Uno dei motivi per cui chiediamo a Luca Montuori l’incontro - aggiunge l’assessore municipale ai Lavori Pubblici è perché desideriamo sapere le intenzioni della Giunta sull’utilizzo degli oltre 27 mila metri quadri restanti, dei quali su 10 mila si doveva realizzare il “Museo della Scienza”, anche se sembra che questo progetto sia stato messo da parte. Se non si realizza noi come Municipio vorremmo che si mantenessero le strutture esistenti - conclude - per adibirle ad attività culturali, start up e uffici per il coworking». L’assessore Montuori si dice sicuro: «Da parte dell’amministrazione nessun ritardo, abbiamo ricevuto prima dell’estate gli esiti dei processi di partecipazione e li abbiamo integrati con le osservazioni alla conferenza dei servizi, che in questi giorni ha registrato le ultime indicazioni, ed entro novembre trasmetteremo le indicazioni per le modifiche necessarie al progetto ai proponenti. La destinazione delle risorse la decideremo coinvolgendo i cittadini».